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Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri







Ma chi sarebbero li salvanése

I forestieri a San Salvo

di Fernando Sparvieri

Un po' di storia locale raccontando personaggi







Capitolo XLII

L'arrivo della Magneti Marelli
e la nascita di San Salvo Marina

Mentre la U.S. San Salvo mieteva successi in campo sportivo, anche San Salvo continuava a mieterne nella sua nuova veste industriale.

La zona industriale divenne troppo piccola ed il Nucleo Industriale decise di espanderla verso il paese, nella zona compresa in linea d'aria da lu puànte de Ciarálle (dal ponte di Ciarallo - attuale Viale Inghilterra) fino ad arrivare sàtte a le Defìnze (C.da Defenza, sotto la discesa dell'attuale Via Matteotti).

Fu quello il periodo in cui richiamati dall'eco delle voci della industrializzazione del paese, arrivarono, altre tre industrie rimaste nella memora collettiva: la fabbreche de le scarciufunàlle (la fabbrica dei carciofini), di Triveri Giovanni da Fiesole (FI), denominata Triveri s.r.l., che produceva prodotti sottolio e conserve, la Fonderie (Fonderia S.p.a. San Salvo) e la Cerameche (Ceramica San Salvo S.p.a.). L'esatta ubicazione dei capannoni di Triveri era a lu puànte de Ciaralle, dov'è tuttora, mentre le altre due attività produttive si stabilirono nelle vicinanze, in C.da Pozzacchio.

Intanto la SIV, per sopperire alla sempre maggiore carenza di abitazioni e venire incontro alle esigenze dei propri dipendenti, per tramite una società collaterale, denominata la Sigma SIV, di cui si diceva fosse presidente il figlio del senatore futuro Presidente della Repubblica On.le Giovanni Leone, realizzò, con il contributo della Cassa per il Mezzogiorno, un agglomerato abitativo, denominato Villaggio SIV, sulla collina di Collepizzuto in territorio di Vasto, a due passi da San Salvo, raggiungibile dalla vecchia S.S.16, sui terreni di proprietà di Don Pumpe' (Don Pompeo) Suriani di Monteodorisio, attivissimo Presidente della Provincia pro-tempore.

Si trattava di 21 modernissime villette su due livelli, anche se il progetto originario ne prevedeva 24, con giardino e vista panoramica sul mare, con due alloggi per ogni piano. Si scorgevano, oltre al mare, la campagna, che declinava verso il torrente Buonanotte, ed in fondo le tre imponenti ciminiere della SIV, con ai loro piedi il maestoso stabilimento industriale.

Vi andarono ad abitare in affitto circa 40 famiglie di dipendenti SIV, tra cui ricordo quelle di Aldo Landi, livornese, Aldo De Santis, chietino, Normanno Nunzio, casertano, Paolo Fanucci, pisano, quest'ultimi due virtuosi del biliardo a lu bar de Selve (al bar Italia di Silvio Ialacci) in Via dello Stadio.

Anche San Salvo nel frattempo si stava rifacendo il look.

Riprendendo un vecchio pallino che l’amministrazione comunale si era ficcata in testa agli inizi degli anni ‘60, che consisteva nell’abbattimento di case vecchie in piazza San Vitale, venne demolita, tra gli applausi della gente, anche la Porte de la Terre.

"Finalmente mo ci po’ ndra’ na pustale e puteme sente’ léreghe la bbande" (Finalmente adesso può entrare in piazza una corriera e possiamo sentire la banda in una piazza larga), furono i commenti entusiasti della popolazione sansalvese.

E' inutile oggi rimpiangere il vecchio centro storico con il senno di poi. All'epoca tutto ciò che poteva dare un segnale di miglioramento e di modernità al paese veniva accolto dalla stragrande maggioranza della popolazione con approvazione. Era già avvenuto con la demolizione della vecchia torre campanaria, con quelle successive delle case che erano in una angusta Piazza San Vitale e la stessa mentalità regnava anche al momento della demolizione dell'Arco delle Terra.

In pratica mancava la cultura della salvaguardia e del recupero del patrimonio esistente e la gente non vedeva l'ora di disfarsi di tutto ciò che era antico, a partire dalle case, per secoli senza bagni, mobili vecchi e sgangherati ed altri oggetti superati dal tempo.

Nel frattempo aveva dato i primi vagiti anche la neonata San Salvo marina.

Dopo la realizzazione di un primo chilometro brecciato di lungomare, partendo all'incirca dal confine con il Molise, al di là della strada era stato costruito, sempre sulla sabbia, l'Hotel Milano, una grande struttura alberghiera simile ad una cattedrale nel deserto, la cui proprietà era di una società milanese, e subito dopo il palazzo "Peroni", il primo palazzo condominale (attuale Via Caboto), reso abitabile nel 1968, costruito tra sterpaglie, sabbia e rovi, da Gino Peroni, di Rimini, che veniva d'estate al mare a San Salvo.

Vennero successivamente edificati, dietro al piccolo bar di Emilio Del Villano (realizzato nel '59, ancor prima che realizzassero il lungomare), altri due palazzoni condominiali dai F.lli Colecchia da Palata (CB), muratori divenuti imprenditori, che avevano avuto l'occhio lungo e già prevedevano uno sviluppo turistico della spiaggia, ed altri tre palazzi nella neonata Via Arenile (attuale Via A.Doria), da parte dei fratelli Don Giulio e Don Dino Scio’, al confine con la nazionale litoranea Adriatica.

In realtà, fatta eccezione per alcuni benestanti locali e da frastire de fore (forestieri di fuori, non residenti), che acquistarono qualche appartamento per portarci d'estate in vacanza al mare le famiglie, questi edifici vennero presi d'assalto, per lo più in affitto, dai lavoratori delle industrie, che si stabilirono nella neonata San Salvo Marina.

Uno di questi fu Argeo Cardellini, proveniente da Offagna (AN), esperto di legnami, arrivato con la sua famiglia nel '68, il quale dopo aver abitato in zona industriale, in un alloggio della ditta in cui era capo squadra, si trasferì in uno dei tre palazzi da poco realizzati dai fratelli Sciò.

E così, tra una novità ed un 'altra, si arrivo’ agli anni ’70, con la popolazione residente quasi duplicata: dai 4270 abitanti del Censimento del 1961 si passò ai 7502 di quello del ‘71, con una presenza quotidiana sul territorio, minimo di altre 2.000 persone, tra pendolari e altri lavoratori che pur conservando la residenza nei loro paesi d’origini, gravitavano sul territorio. Nei mesi estivi, il numero di persone aumentava ulteriormente, con l'afflusso di una prima forma di turismo dai paesi dell'entroterra, favorito dal ritorno in zona per le vacanze di numerosi emigrati.

Ormai San Salvo non era più davvero quel paesino solitario e silenzioso di un decennio prima, che pareva un’ isola felice a 5 chilometri dal mare, immersa nella campagna, anche se ne conservava i tratti salienti, ma una cittadina protesa verso uno sviluppo quasi inarrestabile, che l’aveva contraddistinta da tutti i paesi del circondario e resa famosa in campo nazionale ed anche oltre .

Ma non era finita lì.

"Dumuane ve’ Agnelle!”, si cominciò a vociferare nel paese,

Agnelle? E che ve’ fa?”,

Oramai, anche notizie sensazionali come l'arrivo della Magneti a San Salvo, non suscitavano più nella popolazione, lo stesso stupore, che aveva suscitato 10 anni prima, l'arrivo della notizia dell' insediamento della SIV.

Era come se i sansalvesi ci avevene fitte l'osse (ci avessero fatto l'osso, si fossero abituati) all'industrializzazione e la notizia dell'arrivo della Magneti Marelli, riscosse certamente grande consenso, ma era quasi un fatto normale, la logica conseguenza di ciò che era stato seminato un decennio prima.



Era la mattina del 21 Dicembre del 1970 quando un sorridente Umberto Agnelli, accompagnato in auto da Germano de Cinque, esponente democristiano e da un altrettanto sorridente e soddisfatto Vitale Artese, posò il suo piede a le Definze (C.da Defenza), un tempo terra di sudore e fatica dei contadini, dove fino ad un decennio prima, pascolavano le pecore e camminavano le bistie (cavalli, muli ed asini).

Venne ricevuto dal sindaco pro tempore Evaristo Sparvieri, che per l'occasione indossò la fascia tricolore, cosa rara a quei tempi se non in occasioni importantissime , e da tutte le autorità civili, militari e religiose, provenienti in gran parte da Chieti.

La sua visita durò qualche ora. Dopo le presentazioni ed i convenevoli di rito, senza discorsi ufficiali, si avviarono a piedi verso il luogo ove avvenne la cerimonia della posa della prima pietra, dove i progettisti incaricati dal gruppo FIAT, a cui la Marelli apparteneva, gli mostrarono i disegni tecnici del nuovo insediamento industriale Magneti Marelli.






La giornata abruzzese di Umberto Agnelli si concluse nel tardo pomeriggio a Chieti, dove fu ospite a pranzo, insieme alle autorità sansalvesi e provinciali, nel famoso ristorante Venturini, situato all'ultimo piano di un moderno edificio in C.so Marruccino, che era sede anche del Provveditorato agli Studi del capoluogo di provincia teatino.

Si diceva che la Magneti Marelli, nei piani iniziali, dovesse assumere 5.000 dipendenti. La storia successiva dell'Italia e dell'industria italiana ne ridimensionerà il numero degli assunti a 1500, in ogni caso tanti.

I padri fondatori della SIV, avevano raggiunto pienamente il loro obiettivo ambizioso: realizzare a San Salvo un polo industriale che avrebbe portato per sempre benessere economico e sociale alle popolazioni di quest’ultimo lembo di terra d’Abruzzo.

NOTE:

  • La defenze (C.da Defenza) è la zona in cui è ubicata anche parte della Magneti Marelli, da non confondere nghe "le definze" che è la discesa che da Via Madonna delle Grazie scende sino alla piana sottostante.

  • Prima della nascita di San Salvo Marina, esisteva solo C.da Stazione, dove vi era lo scalo ferroviario, intorno alla quale, in modo sparso, vi erano da tempo immemorabile, state costruite case e masserie. Poi, passato il passaggio a livello, iniziava una zona quasi del tutto disabitata, se non da qualche colono in sporadiche masserie. Per arrivare in riva al mare, dopo aver attraversato il passaggio al livello, si percorreva una stradina brecciata di circa 200 metri, al termine della quale, arrivati all'incrocio con l'attuale litoranea, si scendeva di pochi metri al livello del mare, dove un viottolo  in sabbia battuta conduceva alla battigia, che era distante circa 1 Km dall'attuale S.S.16. La successiva erosione marina ha ridotto di un centinaio di metritale distanza.

pag. 42
dietro/avanti


Un libro sul web

MA CHI SAREBBERO

LI SALVANESE

I forestieri a San Salvo

INDICE


Capitolo I
Introduzione
I maestri di scuola



Capitolo II
I carabinieri
e Nonsaccie




Capitolo III
da Gerardo D'Aloisio
a Luegge Capaùne




Capitolo IV
Lu camie de Masciulle
(Il camion di Masciulli)




Capitolo V
Giovanni Bassi
e Valentini Bassi Venturini




Capitolo VI
Vincenzo Larcinese




Capitolo VII
Ninuccie
lu panattire




Capitolo VIII
Lu macillare
de Lentelle




Capitolo IX
Nine
lu napuletane




Capitolo X
Franche lu 'nfurmire




Capitolo XI
Quei matrimoni d'altri tempi -
La bella farmacista ed Erpinio Labrozzi




Capitolo XII
Quei matrimoni d'altri tempi -
Il fidanzamento
e a la spose




Capitolo XIII
Quei matrimoni d'altri tempi -
Il fidanzamento
e a la spose




Capitolo XIV
Erpinio Labrozzi e Maria Iole Di Nardo




Capitolo XV
(Fine prima Parte)


Capitolo XVI
Lu 'ngiugnìre
Tommaso Papi



Capitolo XVII
La famiglia Ricca




Capitolo XVIII
la crisi degli artigiani




Capitolo XIX
Lu motore
de le casuléne




Capitolo XX
Di Virgilio Nicola
la léma sàrde




Capitolo XXI
Lu camie
de Tinarìlle




Capitolo XXII
Angelo Di Biase
(Biascille)


Capitolo XXIII
Li carrettire
diventano camionis




Capitolo XXIV
Lu Jumme
ed il pastificio de mastre Camélle e Marchàtte




Capitolo XXV
Adelme, Gelarde e Micchéle Cillène




Capitolo XXVI
Li trajene
e la nazionale





Capitolo XXVII
La nazionale
ed il dialetto




Capitolo XXVIII
Li frastire
ed i venditori ambulanti




Capitolo XXIX
Quando la gente
parlava con gli animali




Capitolo XXX
Lu sciopere
de lu bosche
e le cantine sociali




Capitolo XXXI
La scoperta
del metano




Capitolo XXXII
La Brede (la SIV)





Capitolo XXXIII
La nascita
della Villa Comunale




Capitolo XXXIV
LA SIV
L'accensione
del 1° forno




Capitolo XXXV
Giorgio la Rocca
(lu rumuane)




Capitolo XXXVI
L'on. Aldo Moro
a San Salvo




Capitolo XXXVII
La fabbreche de le tavelàlle




Capitolo XXXVIII
Il profumo
del progresso




Capitolo XXXIX
La sirena
e le frasterézze




Capitolo XL
Il trofeo
San Rocco




Capitolo XLI
Pasquale Spinelli



Capitolo XLII
Umberto Agnelli
a SanSalvo




Capitolo XLIII
Scandalo al sole




Capitolo XLIV
Ma chi sarebbero
li salvanése