www.sansalvoantica.it


Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri







Ma chi sarebbero li salvanése

I forestieri a San Salvo

di Fernando Sparvieri

Un po' di storia locale raccontando personaggi







Capitolo XLI

Pasquale Spinelli
(
Calciatore allenatore della U.S. San Salvo)



Alla fine se ne contarono 33.

33 furono infatti i gol che segnò Pasquale Spinelli nella U.S. San Salvo, il calciatore che Angelo Benedicto Sormani, brasiliano, ex compagno di squadra di Pelè nel Santos e futuro centravanti del Milan e della nazionale italiana, aveva definito "l'uomo più veloce del vento", come scrive Michele Molino, quando nel '63 se lo ritrovò suo compagno di squadra nel Mantova in serie A.

Aveva avuto compagni di squadra illustri Pasquale a Mantova. Oltre ad Angelo Benedicto Sormani, suo grande estimatore, aveva giocato insieme a calciatori del calibro di Dino Zoff, di cui era stato compagno di stanza nei ritiri e nelle trasferte, a Bruno Nicolè, futuro centravanti della Juventus, a Gigi Simoni, a Gustavo Giagnoni, altri nomi storici del calcio italiano, ed a quel Karl Heinz Schnellinger, il biondo terzino tedesco, che qualche anno dopo aver approdato anch'egli al Milan insieme a Sormani, ci diede quel grande dispiacere ai Mondiali del Messico del 1970, segnando il gol del pareggio al 90° (1 a 1), costringendo la nazionale italiana ai tempi supplementari in quella storica semifinale tra Italia e Germania Ovest, fortunatamente vinta poi dagli azzurri per 4 a 3.

Una formazione del Mantova in serie A (Campionato 1963-1964)


Ora, che ci faceva qui, nel neonato stadio comunale di San Salvo, un calciatore di siffatta levatura tecnica, in grado di bucare le difese avversarie con il pallone che partiva come una saetta, andandosi ad infilare nel sette, non lasciando scampo al portiere avversario?

Come scritto nel capitolo precedente, era successo che proprio quell'anno, a fine settembre '67, dopo la costruzione dello stadio comunale, era stata costituita la prima società sportiva calcistica sansalvese, di cui era stato nominato Presidente il cav. Virgilio Cilli e Presidente onorario il Sindaco Vitale Artese, affermato uomo politico locale e regionale. La squadra, il 14 ottobre 1967, era stata affiliata alla FIGC, con il numero di matricola 47000, e militava nel campionato di III categoria della zona.

A campionato in corso, Vitale Artese, che voleva che la sua squadra lo vincesse ad ogni costo, si rivolse a Guido Angelini, Presidente del Chieti, iscritto al campionato nazionale di serie C, affinchè gli desse una mano per costruire a San Salvo una squadra forte.

Angelini, intimo amico di Artese, non ci pensò due volte e gli consigliò di prendere una suo ex calciatore e capitano del Chieti, non più giovanissimo, un'ala sinistra che era stata ceduta proprio quell'anno al Toma Maglie in serie D e che aveva saputo non si trovava molto a suo agio nella città pugliese.

Quell'ala sinistra era Pasquale Spinelli (16/4/1938), da Sant'Omero alla Vibrata (TE), che dopo un brutto infortunio alla tibia ed al perone, rimediato quando era calciatore proprio a Mantova, aveva subito, come si dice in gergo calcistico, una parabola discendente, ed era ritornato al Chieti, dove aveva già giocato nel campionato di serie C del 1960/61, diventando l'idolo dei tifosi chietini.

 Pasquale Spinelli,  il quarto da sinistra, accosciato, con la fascia del capitano dei neroverdi del Chieti.


Pasquale Spinelli, a sin. capitano del Chieti,  stringe la mano al capitano della squadra avversaria, a centrocampo, prima dell'inizio della partita.


Angelini si calò a tal punto nella veste di consigliere di Artese che divenne mecenate: stacco dal suo libretto di assegni la somma di 500 mila lire e disse di andare a riscattare Spinelli dal Maglie.


Con l'assegno in tasca, Virgilio Cilli, il Presidente, Felice Tomeo, Segretario della società sportiva, Ennio Di Pierro, consigliere e Vito Di Gregorio, nipote di Virgilio, partirono da San Salvo e dopo una trattativa che non si rivelò facile, portarono Spinelli a San Salvo.

Angelini aveva consigliato bene.

Spinelli era davvero un calciatore di un altro pianeta.

Era un giocatore che aveva calcato i campi di serie A e si vedeva. Ormai sulla trentina, con i baffetti, non altissimo di statura, con i muscoli robusti alle gambe, era velocissimo. Durante gli allenamenti batteva tutti ai 100 metri.

Divenne calciatore allenatore.

Ciò che impressionava era la sua grande esperienza. Pur essendo un attaccante naturale, si era trasformato per l'occasione in centrocampista difensivo, illuminando il gioco per poi all'improvviso far partire certe fiondate, a volte da centrocampo, che partivano come missili, gonfiando la rete.

Non lo vidi mai esultare. Dopo ogni gol, se ne tornava camminando mogio mogio al centro del campo, con i suoi baffetti e con il capo un po' reclino, serio, come se non avesse fatto nulla di eclatante, ma solo il suo dovere. D'altronde era una vita che faceva quel mestiere. Da giovanissimo aveva debuttato nella Sant'Egidiese, per poi passare all'Ascoli in serie C, prima del grande salto in serie A.

Pasquale Spinelli, a sinistra, con Dino Zoff, suo intimo amico, e Fernando Sparvieri, prima della partita di calcio Pescara Juventus (0 -2) del campionato di serie A (1979-80).


In quella squadra vi erano calciatori che dovrebbero essere sempre ricordati e annoverati tra i più grandi del calcio sansalvese.

Oltre a Michele Molino, uno dei più grandi talenti del calcio sansalvese di sempre, che contende la palma d'oro paesana al geom. Roberto Cilli, centrocampista, che a quei tempi aveva già appeso le scarpe al chiodo, corre l'obbligo di ricordare il capitano, Umberto Stella da Fresagrandinaria, detto Pecos, attempato calciatore d'esperienza che si diceva avesse militato per un periodo nella Pro Vasto. Era un libero d'altri tempi. Famose erano le sue rovesciate acrobatiche alla Pecos, simili a quelle del centravanti juventino Carletto Parola (anni '40 -'50), ed ancor di più le sue respinte al volo, un po' alla viva il prete, come avrebbe detto Beppe Viola, valente giornalista sportivo RAI, morto prematuramente. Pecos in queste sue respinte era formidabile: quando il pallone arrivava adde e chiammue (alto ed a piombo) e pericolosamente stava per ricadere nella zona di sua competenza, lo colpiva secco al volo, rispendendolo nell'area avversaria, facendogli lambire il cielo, tra gli applausi dei tifosi. Mi disse un giorno, quando già aveva appeso le scarpe al chiodo: "Io intanto il pallone lo rimandavo nella loro area. Prima che ritornasse nella nostra tempo ce ne voleva". Era dipendente SIV. Dopo aver smesso di giocare al calcio, divenne paracadutista per hobby. Un vero sportivo.

Altro bravissimo calciatore era Michele Ranalli, il futuro geometra del Comune. Originario di Scerni e vissuto da bambino a Cupello, da giovanissimo si era trasferito con la famiglia a la staziàune (in C.da Stazione), dopo che suo padre Umberto, carabiniere in pensione, era stato assunto come custode, giù alla I.CO.MI. Era un terzino sinistro magro e roccioso, con il fisico alla Tardelli. Durante la partita era impassibile, non sorrideva mai e non concedeva nulla agli avversari. Dov'era lui non si passava.

Vi erano poi quattro ragazzi palmolesi, che Elio Pagano di Palmoli, cognato di Leone Balduzzi, aveva suggerito alla dirigenza : erano i due fratelli Masciulli, rocciosi ed insuperabili difensori, oltre a Contini, ala sinistra, e a Maioli, terzino destro. Da Petacciato (CB) erano arrivati tre ragazzi, portati a San Salvo da Gennarino Raspa, che aveva preso moglie in quel paese. Erano i portieri Perrotta e Di Lena, oltre al centrocampista Cappella. Altri storici calciatori di quella squadra furono il cupellese Lanfranco, forte centrocampista, il monterenese D'Ascenzo, il vastese Amodio, funambolico attaccante già della Pro Vasto e dulcis in fundo, oltre al già citato Molino, i sansalvesi Gianni Mariotti, ex calciatorino in erba della Velox, insuperabile mediano, e Luigi Franceschini, potente attaccante, nato addela' da fijume (al di la del fiume Trigno) in C.da San Biase di Montenero di Bisaccia, da padre di origini teramane (chelle de spiazzéne) e madre sansalvese (Domenica Taddeo), che era cresciuto ed aveva studiato sin da bambino a San Salvo, dove risiedevano i nonni materni. 

Fu una cavalcata trionfale.

Il San Salvo vinse il suo primo campionato e la Coppa Disciplina.

Naturalmente la stella più rifulgente fu lui, Pasquale Spinelli, capocannoniere del torneo.

Alla fine se ne contarono 33.


Da sin. in piedi: D'Ascenzo, in borghese, Spinelli, Perrotta, Masciulli I, l' Avv. Mario Cirese, il dr. Vitaliano Ciocco, medico sociale, il Cav.Virgilio Cilli, Presidente, Pietro Marzocchetti, Maioli e Stella. Accosciati da sin. Di Lena, portiere, Francesco lestingi, massaggiatore, Lanfranco, Franceschini, Mariotti, Cappella, Masciulli II (sdraiato) Lentini, Amodio.



Una rosa del Mantova calcio con Pasquale Spinelli.

pag. 41
dietro/avanti


Un libro sul web

MA CHI SAREBBERO

LI SALVANESE

I forestieri a San Salvo

INDICE


Capitolo I
Introduzione
I maestri di scuola



Capitolo II
I carabinieri
e Nonsaccie




Capitolo III
da Gerardo D'Aloisio
a Luegge Capaùne




Capitolo IV
Lu camie de Masciulle
(Il camion di Masciulli)




Capitolo V
Giovanni Bassi
e Valentini Bassi Venturini




Capitolo VI
Vincenzo Larcinese




Capitolo VII
Ninuccie
lu panattire




Capitolo VIII
Lu macillare
de Lentelle




Capitolo IX
Nine
lu napuletane




Capitolo X
Franche lu 'nfurmire




Capitolo XI
Quei matrimoni d'altri tempi -
La bella farmacista ed Erpinio Labrozzi




Capitolo XII
Quei matrimoni d'altri tempi -
Il fidanzamento
e a la spose




Capitolo XIII
Quei matrimoni d'altri tempi -
Il fidanzamento
e a la spose




Capitolo XIV
Erpinio Labrozzi e Maria Iole Di Nardo




Capitolo XV
(Fine prima Parte)


Capitolo XVI
Lu 'ngiugnìre
Tommaso Papi



Capitolo XVII
La famiglia Ricca




Capitolo XVIII
la crisi degli artigiani




Capitolo XIX
Lu motore
de le casuléne




Capitolo XX
Di Virgilio Nicola
la léma sàrde




Capitolo XXI
Lu camie
de Tinarìlle




Capitolo XXII
Angelo Di Biase
(Biascille)


Capitolo XXIII
Li carrettire
diventano camionis




Capitolo XXIV
Lu Jumme
ed il pastificio de mastre Camélle e Marchàtte




Capitolo XXV
Adelme, Gelarde e Micchéle Cillène




Capitolo XXVI
Li trajene
e la nazionale





Capitolo XXVII
La nazionale
ed il dialetto




Capitolo XXVIII
Li frastire
ed i venditori ambulanti




Capitolo XXIX
Quando la gente
parlava con gli animali




Capitolo XXX
Lu sciopere
de lu bosche
e le cantine sociali




Capitolo XXXI
La scoperta
del metano




Capitolo XXXII
La Brede (la SIV)





Capitolo XXXIII
La nascita
della Villa Comunale




Capitolo XXXIV
LA SIV
L'accensione
del 1° forno




Capitolo XXXV
Giorgio la Rocca
(lu rumuane)




Capitolo XXXVI
L'on. Aldo Moro
a San Salvo




Capitolo XXXVII
La fabbreche de le tavelàlle




Capitolo XXXVIII
Il profumo
del progresso




Capitolo XXXIX
La sirena
e le frasterézze




Capitolo XL
Il trofeo
San Rocco




Capitolo XLI
Pasquale Spinelli



Capitolo XLII
Umberto Agnelli
a SanSalvo




Capitolo XLIII
Scandalo al sole




Capitolo XLIV
Ma chi sarebbero
li salvanése