Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri
Sfogliando pagine
ingiallite dal tempo, ho incontrato mio padre.
Fernando Sparvieri
Sopr'a 'na culline tra
li fiure
se trove stu paese
'ncantate,
sciabbindette chi ci
l'ha piantate
loche chiù belle 'n
pute' truvà.
Evaristo Sparvieri
FILASTROCCHE
(d'altri tempi)
LA MALA LOFFE (Come scoprire il colpevole)
Pindille pindille pindoffe,
chi l’ha fatte la mala loffe:
l’ha fatte lu culi pizzente
e ha ‘mbuzzinite tutti la ggente.
Tale era la pur breve e
caratteristica filastrocca usata per
scoprirne l’autore, allorché fra
gruppi di persone , e specie
di bambini, si
avvertiva uno sgradevole fetore
causato furtivamente, da
silenziosa e gassosa scarica
corporale, (la cosiddetta “loffa”o “mopa”).
L’operazione di accertamento avveniva scandendo
sugli indiziati, ed in senso rotatorio, le sillabe o le
parole inerenti la magica filastrocca, e la
colpevolezza del “vergognoso misfatto”, veniva,
inesorabilmente attribuita ( con giudizio inappellabile), a
colui sul quale, cadeva l’ultima sillaba della filastrocca
stessa.
Piti pidule (Gioco di bambini)
Piti pidule,signora Sabbelle
‘n zanda Marì ‘na bella crunelle.
E Filice l’ ha maritate,
l’ha sparate lu tricch’e tracche.
Musse di purce,
mustacce di hatt’ attocch’a te.
Martine
(Filastrocca)
Ie sacce ‘na fravulêtte:
Martine nghi la runguêtte:
Martine nghi la pale.
dave mazze a Carnivale.
Carnivale ne stave bone,
zi magnave nu pare d’ove:
“Chi l’ha fitate ?”
“ La allena ciuppucate”
“Chi l’ha ciuppucate?”
“ Lu vuardijane di la Sêrre”
“E li vuardiiane ? “
“ E’ ihute pi lêne “
“E li lêne ?”
“L’ha mess’a lu foche”
“ E lu foche?”
“L’ha ŝtihuse nghi l’acque”
“E l’acque?”
“Zi l’ha bevete la vacche”
“
E la vacche?”
“E’ ihute a la mundagne”.
“Nuce, nuciêlle,
cappelle,caŝtagne
Tu li cuce,
e j’ mi li magne. Di halle e di crapêtte
(filastrocca)
Ie sacce ‘na fravulêtte
di halle e di crapêtte:
Lu cocche di la vecce
Cand’è bone la saggecce.
Li corne de la crape
(Antico gioco dei bambini)
Nella passata civiltà,
prettamente contadina, nel nostro paese, fra i giochi
preferiti dai bambini, vi era quello denominato: “Li corne
di la crape”
Vi partecipavano tre bambini di cui uno era l’interrogante.
Gli altri costituivano la coppia che si alternava nella
sfida, ricoprendo il ruolo di “asino” e di “montante”
Il gioco si svolgeva nella seguente maniera:
Il “montante”, messosi a cavalluccio sulla “groppa”
dell’”asino”, apriva alcune dita delle
mani, e l’ “asino”,(che non poteva vedere) ne doveva
“azzeccare” la quantità, in seguito alla domanda, (appresso
riportata) rivoltagli dall’interrogante:
Cavall’e cavallette,
cavalle di lu cape,
quanda corne te’ la crape?
A tal punto se la risposta era
esatta, venivano invertiti i ruoli di “asino” e di
“montante”. Se invece era sbagliata. il gioco continuava
allo stesso modo, con la modifica, però, del numero delle
dita da parte di chi era a cavalluccio sull’altro.
Nella domanda successiva, (per
correttezza), in aggiunta alla prima, veniva citato il
numero delle dita che erano state aperte e non “azzeccate”.
Per esempio se ne erano
cinque la domanda veniva così formulata :
Cing’avessi dette,
cavall’e cavallette,
cavalle di lu cape,
canda corne te’ la crape?
E così si andava avanti fino a quando si voleva.
La prete di Sandi Micchele
(Gioco di bambine)
La prete di Sandi Micchele,
di zucchere e di mele,
lu mel’a lu palazze
vudde la facce Rusina* pazze.
La facce l’ha vuddate
chi belle unore che ci-ha date:
Ci-ha date la spingula d’ore,
e l’ha mannat’ a fa’ l’amore.
*Il nome di una delle ragazze partecipanti al gioco.