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Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri







Ma chi sarebbero li salvanése

I racconti del mare

di Fernando Sparvieri

Un po' di storia locale raccontando personaggi








Al passaggio a livello
(Aspettando il treno negli anni '60)

 


Andando al mare, spesso capitava, arrivati nei pressi della Chiesetta della Madonna di Fatima, di trovare abbassate le sbarre del passaggio a livello.

C’era chi imprecava, chi scendeva dall’auto per il caldo, chi si intratteneva a parlare con qualcun altro nell’attesa che passasse il treno. Per noi bambini  invece era gioia grande. Potevamo vedere il treno ed affidargli  i nostri sogni.

L’aria era cheta, calda. Il frinio delle cicale proveniva dalla vicina campagna. La vecchia distilleria era lì, silenziosa. Chissà quanti treni avrà visto passare.

Nell’attesa, qualche coraggioso giovanotto, si incuneava con la bici sotto le sbarre e dopo aver sbirciato a nord e sud, per sincerarsi che non fosse in arrivo proprio in quel momento il treno, attraversava i binari. Qualche altro , invece, nell’attesa, passava sotto le sbarre e si poneva guardingo sui binari, in una sorta di sfida spavalda contro il pericolo.

Da ragazzo, anch’io, lo facevo.

Era una specie di gioco che creava adrenalina.

Non sapendo da quale direzione arrivasse il treno guardavo verso sud, con orecchio teso per timore che arrivasse da nord e trovarmelo improvvisamente alle spalle. Altre volte ponevo l’orecchio sul binario lucente, che scottava al sole, per sentire se vi fossero vibrazioni lontane che annunciassero l’imminente arrivo del treno.

Il pericolo reale era se il treno era un diretto e veniva da nord, e quindi non fermava alla stazione ferroviaria e tirava dritto ad alta velocità: lo si vedeva quasi all’ultimo momento, anche se quasi sempre si preannunciava con un fischio, inducendomi a scappare in tempo.

Era una sensazione più rilassante invece quando  il treno veniva da sud, dal lungo rettilineo ferrato, dopo il ponte del fiume Trigno: tra lo sfarfallio di onde d’aria rinfragenti al sole estivo, appariva in lontananza  un puntino nero che man mano diventava grande, sempre più grande, sino a diventare locomotiva, costringendomi alla ritirata dietro le sbarre.  Il vento che provocava il  passaggio  del treno mi scompigliava il capelli e lo sferragliare delle ruote sui binari procurava un rumore di modernità che si allontanava pian piano dopo il passaggio dell’ultima carrozza. Più lungo era il treno è più era bello da guardare. Ricordo le vecchie locomotive a carbone che singhiozzavano sputi di fumo grigio, le prime locomotive elettriche, i treni merci. Il treno per antonomasia era il Lecce-Milano, che era sempre lunghissimo, ed era quasi una delusione quando dopo tanta attesa passava “nu trene stocche”, cioè un treno con pochi vagoni, o una Littorina, che era una specie di autobus su rotaia, solo un po’ più grande.

La sera della festa della Madonna di Fatima, anche il passaggio a livello faceva festa. Preannunciava il passaggio del treno “dindondando” durante la chiusura dello sbarre, tra le note dell’orchestra sulla cassarmonica a  fianco alla chiesetta.  Il treno passava tutto illuminato  e fischiava come se volesse far festa insieme alla gente.

Quanti ricordi legati a quel passaggio a livello.  Bei tempi, era tutta un'altra poesia, o forse era la poesia della fanciullezza.

Il treno era il massimo. In una società in cui i mezzi di locomozione più diffusi erano ancora gli asini ed i cavalli, andare con il treno significava andare lontano. Molti sansalvesi negli anni '30 e '40 avevano “ingegnato” (provato) il treno per la prima volta  quando erano andati per soldato e vi erano, soprattutto donne anziane, che non ci avevano mai viaggiato.

Chissà quanta  gente è andata lontano passando con il treno in quel passaggio a livello. Soprattutto gente del sud che andava a Nord  con i sogni e le speranze degli emigranti, sogni di una vita migliore, abbandonando il luogo natio forse con la morte nel cuore.

Noi bambini, però,  non lo sapevamo. Eravamo felici di vedere passare il treno affidandogli i nostri sogni che ci portavano lontano, in un mondo irreale e fantastico che solo i bambini sognano.

Oggi al posto di quel passaggio a livello vi è un sottopassaggio automobilistico.

Nessuno si ferma più. Tutti corrono più del treno.    

 
29/08/2014 

Fernando Sparvieri




I racconti del mare

di Fernando Sparvieri


(clicca sulle foto)

I pionieri del mare


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(Emilio Del Villano)



Za' Vetaléne
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Nicola e Gilda
Una storia d'amare




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Scandalo al sole



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(Domenico Angelini)




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Al passaggio a livello




Il mar rosso




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(La via di Nasci)


Poesia

Mare me

(di Evaristo Sparvieri)



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Quando se faciave
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Il primo giorno
di primavera (2014)



Quando i sansalvesi
erano un po' gelosi




Il mare di una volta


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Il mare del 2000


1° tentativo di intervista
al mare al Don Peppino de Vito




2° tentativo di intervista
al mare al Don Peppino de Vito




Finalmente! 2 chiacchiere
al mare con Don Peppine.



E gne' auánne pìure auánnechebbe'.
Al mare con Don Peppine.



A jtta' lu sanghe a lu muáre.



Lu svuntulaturie



La fortuna diEvaristo


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Il barcaiolo di San Nicola



In mare con San Nicola
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Lo sbarco di San Nicola


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MA CHI SAREBBERO
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di Fernando Sparvieri

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I forestieri a San Salvo
 















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