di Gilberto Onofrillo
Avevo otto anni quando una
domenica mattina, mio nonno, dopo la
'misstella',
celebrata da Don Cirillo, mi disse:
'Mò jeme a truvà
lu fije di don Andonie'.
Lo seguivo stupito e curioso. Mi condusse dentro una
specie di antro, allora cosi mi sembrò: uno stanzone lungo
lungo, con le volte a botte. Era pieno di oggetti strani
per me e di biciclette.
Un signore si fece incontro a mio nonno. Portava dei
pantaloni blu con pettina:
"Bongiorn, Gilbè".
"Bongiorn. Confù! Tinisse na biciclett p' stu uajone?"
Il cuore mi martellava in gola, tra la sorpresa e la
speranza.
Con un leggero sorriso, Confù ci condusse in un angolo in
fondo all'antro e ci indicó una bicicletta impolverata.
"
E' di seconda mano, ma è bone angore", disse.
Prese uno straccio e la spolverò. Era rossa, aveva i
cerchioni di legno e portava scritto sul telaio Lupetto'.
'
Quant ve?", disse mio nonno.
"
Settmila lire", rispose Confù.
"
Troppe", ribatte mio nonno. "
Damme semilalire".
Fu la mia prima amatissima bicicletta.
Non è possibile immaginare con quale orgoglio riportai a
casa la mia Lupetto, con il nonno al mio fianco che mi
spiegava: "
Quell ch ja date la biciclett è lu fije di
don Andonie Ciavatte, quell che ogni tande j ve' a
truvà. Si chiam Confucio. E' 'na brav persona. Tutti li
fiji di don Andonie hann nomi strani, nomi di persone
famose. Loro hanno studiate e sann chi sone sti persone
ghi sti nomi".
Con gli anni ebbi modo di frequentare, per la sua
attività, Ciavatta Confucio e il ricordo che conservo è
quello di una persona mite, educata, gentile.
Confucio era chiamato da Levino il fratello buono.
In effetti era di poche parole, di grande serietà
professionale, marito e padre esemplare.
Studiò e prese la licenza media a Chieti ed un diploma di
perito radio tecnico a Torino.
Si dedicò al ciclismo, guadagnandovi ori e coppe con le
corse ai tempi di Bartali e Coppi, ma un infortunio
durante una corsa, in seguito ad un incidente, gli procurò
una rottura al femore e lo costrinse a lasciare il
ciclismo.
Trovò un impiego provvisorio al Comune di San Salvo da
dove si trasferì, prima a Venezia presso la farmacia del
fratello Levino dove si occupò per breve tempo della
preparazione dei farmaci e poi a Milano.
Gilberto Onofrillo
Confucio Ciavatta a
sinistra e Leone Balduzzi, avo del Cav. Leone Balduzzi