LA PRIMA CASA
di Evaristo Sparvieri
Lo sapevi che quella che, probabilmente, potrebbe essere la
prima casa di San Salvo e che, quindi , avrebbe dato inizio alla
nascita di questo agglomerato urbano , è tuttora esistente ?
Tale notizia potrebbe destare meraviglia, o addirittura
incredulità, eppure potrebbe essere pura verità, dati gli
elementi validi ed obiettivi che ne confermerebbero la
veridicità della notizia e che, qui di seguito, vengono chiariti
e sufficientemente illustrati.
Ormai è notizia acquisita quasi per certa, che questa nostra
Cittadina ebbe i suoi natali entro l’arco di tempo, relativo
alla seconda metà del secolo XIII d.C e fondata dai Monaci
Cistercensi ( prima Benedettini ) che , inizialmente , si
trasferirono da Cassino in questa parte di territorio, presso la
foce del fiume Trigno,dove fondarono, in tempi diversi, prima la
Badia di “Santa Maria Ferrara”, e poi, più all’interno, quella
di “San Vito” , di cui restano , tuttora, ruderi, ancora ben
distinti.
Solo in un secondo tempo (1453), i Monaci, presero stabile
dimora sulla collina dove,attualmente, si trova il nostro paese,
fondando la Badia di “San Salvo” in onore del loro confratello
Salvo:deceduto ed elevato, dalla Chiesa, per la sua santità,
agli onori dell’Altare.
Costruirono il loro Convento nelle vicinanze della loro Chiesa
(attuale Chiesa Parrocchiale intitolata a San Giuseppe) formato,
pressappoco, da un diecina di camere, con annessi locali
destinati ad usi accessoriali,come: cantina, stalla, e forse
anche qualche locale da poter dare ricetto e ristoro ai
viandanti di transito nella zona.
Tale costruzione, risulta essere quella che si trova a ridosso
della predetta Chiesa Parrocchiale, e precisamente, nella parte
destra della casa della famiglia Cirese, verso la stradella che,
passando sotto un piccolo arco, si immette in via Orientale.
E qui, è d’uopo ricordare che, fino a qualche decennio fa, la
Chiesa Parrocchiale, aveva una porticina di servizio in fondo ad
essa, avente l’unico scopo di dare ai Monaci la possibilità di
raggiungere la Sacrestia della loro Chiesa, senza, peraltro
dover attraversare l’ intera navata della Chiesa stessa,
entrando nell’ingresso principale.
Chi scrive dà sicura testimonianza di quanto va affermando,
poiché, da bambino, spesso si recava nell’antico Convento,
essendo, parte di esso, abitata dalla nonna paterna Clorinda Del
Corpo , e ricorda che, nelle pareti interne e nelle volte di
ogni camera vi erano effigiate, in meravigliosi e stupendi
affreschi, figure di Monaci in preghiera, di Santi e di altri
soggetti, pur essi di natura religiosa.
Lo scrivente ricorda, altresì, che suo padre, Antonio Sparvieri,
(figlio di Luigi e di Clorinda Del Corpo) spesso gli diceva che
quella casa (dove egli aveva trascorso la fanciullezza e parte
della sua giovinezza) era il Convento di quei monaci che avevano
dato origine all’agglomerato di San Salvo.
Ora, esso, quasi completamente ristrutturato e modificato, è di
proprietà degli eredi di Guglielmo Di Falco figlio di Vito e di
Del Corpo Giulia (sorella di Clorinda) ed è abitato,
saltuariamente, dai Di Falco, solo nei periodi, in cui essi
trascorrono brevi vacanze, in San Salvo, essendo tutti emigrati
altrove per motivi unicamente di lavoro o d’ impiego.
Evaristo Sparvieri
Da sin. Roberto Pascale, Do'
Robberte, Don Gustavo Cirese, medico chirugo, Don
Oreste Sabatini, commerciante e Do' Rolande la
poste (Rolando Cirese), direttore dell'Ufficio
Postale.
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