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Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri

Sfogliando pagine ingiallite dal tempo, ho incontrato mio padre.
Fernando Sparvieri

Sopr'a 'na culline tra li fiure
se trove stu paese 'ncantate,
sciabbindette chi ci l'ha piantate
loche chiù belle 'n pute' truvà.
Evaristo Sparvieri



LA PRIMA CASA 
di Evaristo Sparvieri


Lo sapevi che quella che, probabilmente, potrebbe essere la prima casa di San Salvo e che, quindi , avrebbe dato inizio alla nascita di questo agglomerato urbano , è tuttora esistente ?

Tale notizia potrebbe destare meraviglia, o addirittura incredulità, eppure potrebbe essere pura verità, dati gli elementi validi ed obiettivi che ne confermerebbero la veridicità della notizia e che, qui di seguito, vengono chiariti e sufficientemente illustrati.

Ormai è notizia acquisita quasi per certa, che questa nostra Cittadina ebbe i suoi natali entro l’arco di tempo, relativo alla seconda metà del secolo XIII d.C e fondata dai Monaci Cistercensi ( prima Benedettini ) che , inizialmente , si trasferirono da Cassino in questa parte di territorio, presso la foce del fiume Trigno,dove fondarono, in tempi diversi, prima la Badia di “Santa Maria Ferrara”, e poi, più all’interno, quella di “San Vito” , di cui restano , tuttora, ruderi, ancora ben distinti.

Solo in un secondo tempo (1453), i Monaci, presero stabile dimora sulla collina dove,attualmente, si trova il nostro paese, fondando la Badia di “San Salvo” in onore del loro confratello Salvo:deceduto ed elevato, dalla Chiesa, per la sua santità, agli onori dell’Altare.

Costruirono il loro Convento nelle vicinanze della loro Chiesa (attuale Chiesa Parrocchiale intitolata a San Giuseppe) formato, pressappoco, da un diecina di camere, con annessi locali destinati ad usi accessoriali,come: cantina, stalla, e forse anche qualche locale da poter dare ricetto e ristoro ai viandanti di transito nella zona.

Tale costruzione, risulta essere quella che si trova a ridosso della predetta Chiesa Parrocchiale, e precisamente, nella parte destra della casa della famiglia Cirese, verso la stradella che, passando sotto un piccolo arco, si immette in via Orientale.

E qui, è d’uopo ricordare che, fino a qualche decennio fa, la Chiesa Parrocchiale, aveva una porticina di servizio in fondo ad essa, avente l’unico scopo di dare ai Monaci la possibilità di raggiungere la Sacrestia della loro Chiesa, senza, peraltro dover attraversare l’ intera navata della Chiesa stessa, entrando nell’ingresso principale.

Chi scrive dà sicura testimonianza di quanto va affermando, poiché, da bambino, spesso si recava nell’antico Convento, essendo, parte di esso, abitata dalla nonna paterna Clorinda Del Corpo , e ricorda che, nelle pareti interne e nelle volte di ogni camera vi erano effigiate, in meravigliosi e stupendi affreschi, figure di Monaci in preghiera, di Santi e di altri soggetti, pur essi di natura religiosa.

Lo scrivente ricorda, altresì, che suo padre, Antonio Sparvieri, (figlio di Luigi e di Clorinda Del Corpo) spesso gli diceva che quella casa (dove egli aveva trascorso la fanciullezza e parte della sua giovinezza) era il Convento di quei monaci che avevano dato origine all’agglomerato di San Salvo.

Ora, esso, quasi completamente ristrutturato e modificato, è di proprietà degli eredi di Guglielmo Di Falco figlio di Vito e di Del Corpo Giulia (sorella di Clorinda) ed è abitato, saltuariamente, dai Di Falco, solo nei periodi, in cui essi trascorrono brevi vacanze, in San Salvo, essendo tutti emigrati altrove per motivi unicamente di lavoro o d’ impiego.

Evaristo Sparvieri


Da sin. Roberto Pascale, Do' Robberte, Don Gustavo Cirese, medico chirugo, Don Oreste Sabatini, commerciante e Do' Rolande la poste (Rolando Cirese), direttore dell'Ufficio Postale.

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