A Castiglione a Casauria veniva invocato il patrono di San
Salvo
Nei tempi antichi, la gente
per combattere certi tipi di malattie, faceva ricorso non
solo ai rimedi empirici a base di erbe o ai medicamenti
prescritti dai farmacisti, ma spesso associava anche una
specie di scongiuri, che venivano trasmessi di padre in
figlio.
Per esempio, quando il singhiozzo diventava insistente, si
recitava questa formula:
Sijjozze, sijjozze (Singhiozzo, singhiozzo) vatten’abballe
pe lu pozze (vattene giù per il pozzo) se è ppè bene,
statte (se è per il bene, stai) se è ppè mmale, vàttene
(se è per il male, vattene).
Chi aveva contratta l’epatite virale invece doveva urinare
ai piedi di un melograno che era stato precedentemente
legato con un filo di lana rossa e un filo di lana gialla.
Girando tre volte intorno alla pianta si diceva:
Melagranate,melagranate (melograno, melograno) a tte lu
giallum’’, a mmè lu ‘ngarnate (a te giallume, a me
l’incarnato).
Anche i santi venivano invocati (succede anche oggi) per
il loro potere di guarigione dalle malattie. San Vitale
martire, patrono della città di San Salvo, per esempio,
più che dai sansalvesi, era invocato soprattutto a
Castiglione a Casauria in provincia di Pescara, quando si
verificava l’invasione di vermi nel retto ”la verminara”
(ossiuràsi), (ciò avveniva specialmente nei bambini) che
comportava prurito, insonnia, e inappetenza.
Sante Vitale, (San Vitale) te ne viniste di’ llà da mare,
(sei venuto dalle terre oltre il mare) tante ne
‘ncuntriste (tanti vermi hai incontrato) e tante
n’ammazziste (e tanti ne hai ammazzato). Ammazza i vierme
di stu citele, (ammazza i vermi di questo bambino) ca so’
i chiù triste (che sono i più cattivi) . Di tutti i
‘ggiorni vè Natale (Di tutti i giorni vien Natale). Di
giuvidì vè l’Ascinzione (di giovedì viene l’ascenzione).
Di dumeniche vè la Santa Pasqua (di domenica vien la santa
Pasqua). Tutti i virmi ‘n terra se ne casca (tutti i vermi
a terra cascano).
Questa invocazione a San Vitale martire si è conservata
nelle comunità rurali di Castiglione a Casauria fino agli
anni 80.
Michele Molino