Meccanico, operaio, aratore,
camionista, scaricatore di merce, minatore, pugile,
pulitore di vetri, imbianchino, muratore, buttafuori,
piastrellista, barista, pizzaiolo, contadino, pescatore.
Abbiamo elencato solo alcuni dei mestieri che Nicola
Nanni, sansalvese doc, ha svolto fino ad oggi. La scuola
non è il suo forte. A 14 anni frequenta ancora la scuola
elementare. A 15 anni è già una quercia. Un torace
possente, spalle da taglialegna, muscoli d’acciaio, una
testa carica di capelli, ciuffo ribelle alla Elvis
Presley.
La sua famiglia ha poche risorse economiche. Appena
compiuto 16 anni, trova lavoro a Vasto nell’officina di
Giuseppe Moretti , conosciuto come maste Peppe. Avanti e
indietro, ogni giorno, in bicicletta. A 17 anni, insieme a
Rocco Giannini, un suo coetaneo, parte per Milano alla
ricerca di un lavoro più remunerativo. I due amici non
hanno molta esperienza per i viaggi, e una notte al lume
di luna sono costretti a fare a piedi dalla stazione di
Melignano a Milano.
Per Nicola l’impatto con la metropoli è forte. Soffre ma
resiste. S’innamora di una bella ragazza che, poi, lascia.
Torna al suo paese improvvisandosi aggiustatore di motori
agricoli ma guadagna pochissimo.
Si procura un passaporto per l’estero e dopo mille
difficoltà burocratiche emigra in Germania. A
Gelsenkirchen trova posto in una miniera di carbone,
vivendo in una gelida baracca di legno. Ma un bel giorno
frana la miniera ma lui rimane incolume.
Va in Svizzera in cerca di lavoro ma dopo qualche mese
riparte per la Germania dove comincia a frequentare una
palestra. Ha una sconfinata passione per il ring. Si
allena intere nottate. I suoi pugni sono pesanti come
macigni. Una sera, in un ristorante, incontra una ragazza
tedesca e scocca la scintilla magica dell’amore. Sarà la
compagna della sua vita. Lascia il lavoro di operaio e si
dedica completamente al pugilato.
Dopo aver militato per diversi anni nel campo
dilettantistico passa al professionismo trasferendosi a
Colonia. Combatte sui ring della Germania, dell’Austria e
di Parigi. E’ un peso medio con il colpo del K.O. E’ una
furia e quando si scatena, non c’è avversario che gli
resista. Fracassa diverse mascelle, frantuma nasi e bocche
di molti avversari.
Ma i suoi manager non sono molto esperti e, così ,comincia
il suo declino.
Perde, infatti, con lo spagnolo Gonzales decorato con
medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokio. Viene
sconfitto anche da Pascovi , un pugile fortissimo che ha
disputato un incontro valido per il titolo mondiale.
Nicola Nanni abbandona definitivamente la boxe.
Inizia a fare il buttafuori in una grande discoteca.
Diventa,poi, imbianchino, un mestiere che a lui, però, non
piace. Trova lavoro alla periferia di Berlino in una
fabbrica di mattonelle. Dentro un ristorante di
Gelsehirchen viene provocato da un gruppo di zingari
ungheresi. Si accende una furiosa rissa e dopo una lunga
scazzottata, quattro gitani restano stesi sul pavimento
con i visi insanguinati.
Torna a San Salvo insieme alla moglie e trova un posto da
operaio alla Magneti Marelli. Resiste solo 12 anni in
quell’azienda e lascia volontariamente il lavoro. Possiede
un bel pezzo di terreno e inizia a fare il contadino. Apre
una pizzeria a San Salvo in via Grasceta, uno splendido
luogo dal quale si scorge il mare.
Si stanca anche di questo lavoro e dopo un po’ di tempo
decide di lasciare le gestione del locale al suo unico
figlio maschio. Nicola è nato a in una località marina,
perciò il richiamo del mare diventa irresistibile.
Acquista una barca e con la vendita del pesce riesce a
vivere agiatamente. Quando è in mezzo al mare, si estranea
dai problemi della vita giornaliera. Vuole un bene immenso
al suo vispo nipotino di due anni Nicolas che già immagina
sopra un ring.“ Spero che mio nipote diventi un grande
pugile” afferma Nicola Nanni.
Non sono ricco - prosegue - ho guadagnato poco nella mia
vita, ma non importa. Se tornassi indietro negli anni,
rifarei ciò che ho fatto”. Un sigaro tra le labbra, il
solito cappello di lana parte per la pesca. Da un po’ di
tempo anche la vita da pescatore comincia a stancarlo. “Mi
so stuféte a sta da la maténe a la sàre ‘nmezze all’acque,
eja cagnà mistìre”- ci confida Nicola.
Fisicamente è ancora integro, sano come un pesce. Della
pensione non vuol sentirne parlare. E’ proprio vero che la
vita comincia a 72 anni! “Me al largo sospinge ancora il
non domato spirito”. Abbiamo evidenziato solo alcuni
momenti della vita di Nicola Nanni, ma non basterebbe un
libro per descrivere le avventure di questo Ulisse
sansalvese.
Michele Molino