anni '60 - 'Na miscaráte
(rappresentazione carnascialesca)
A San Salvo nel dopoguerra c’ è stato un continuo fiorire
di gruppi del Carnevale.
Una delle più belle “mescaràte” che i più anziani
ricordano era quella di Filoteo Sorge, contadino, papà
dello scomparso Renato capitano nell’esercito.
Filoteo Sorge con un grossa pancia e un nasone rosso
guidava il corteo formato da una decina di coppie di
giovani che portavano a braccetto altri giovani vestiti
con abiti femminili. I figuranti si disponevano in cerchio
e accompagnati dal suono di una fisarmonica; ogni coppia
avanzava verso il centro e cantava una strofa. Di solito
le ultime due strofe venivano cantate da tutti i
personaggi in coro. I bambini lo chiamavano: “Carnevale”.
La “parodia” terminava con “Carnevale”, che buttava manate
di fasci di foglie di rape alla folla plaudente, gridando
a squarciagola: "Magnàte càrne e maccarìhune, li
fuijaràpe zi da spricà" ( Mangiate carne e pasta ,
buttate le rape).
Pugginelle (Pulcinella) di buon mattino andava a
prendere una alla volta le “signorine” a casa e le
accompagnava nell’abituale luogo di ritrovo. Evaristo
Sparvieri ha descritto benissimo la scena:”Ascive
Pugginelle la matine, nghi ‘na scuffietta rosce nghi lu
fiocche, nghi nu “tripuline”appicciate mmocche, curreve pi
pijà li signurine.La rihunione di li miscarate, zi face’ a
la case di Caffittire: addo’, prime di cumunza’ lu ggire,
a la “parte”, j zi dave ‘n’arpassate. “.
Nella storia locale sono rimasti molti aneddoti
divertenti. Ad interpretare l’importante farsa di
Pulcinella toccava sempre ai membri di una stessa famiglia
(così potevano riciclare i vestiti). Infatti per diversi
anni sono stati Antonio, Vitale, Gino e Nicola figli di
Paulicce Di Lique (Paolo De Luca) banditore del
paese a rivestire il ruolo.
Un Carnevale, toccò a Pulcinella aprire la scena e nessuno
dei suoi familiari mancò al divertente appuntamento. Pugginelle
con la cuffietta guarnita di un fiocco rosso, con i
campanelli legati ai fianchi e con la frusta in mano, fece
una piroetta e facendosi accompagnare dal suono di una
fisarmonica, iniziò a cantare il brano assegnato: “Iè
chi sso nu pugginelle… ( Pugginelle in
dialetto sansalvese sta ad indicare una persona
opportunista, volubile e poco seria).
All’ ambruvvuése (improvvisamente) dalla folla si
sentì una voce possente che diceva :” Ca ci sì, ca ci
sì !“
Era suo padre.
Risate a non finire.
Addre che Carnivàle!
Michele Molino