Umberto De Filippis
(Zi' Umburtuccie)
di Fernando Sparvieri
Una delle ultime volte che vidi
Zi ‘Umburtuccie fu a
Cupello, dove ormai anziano e rimasto vedovo dopo la dipartita
dell’amata signora Ida, avvenuta nel 2003, viveva con il
figlio Tonino.
Gli facemmo una sorpresa: andammo a cantargli il San
Sebastiano, protettore dei muratori, qual’ egli era stato in
gioventù. Si emozionò tantissimo alla vista di tanti amici che
erano andati a trovarlo “fore terre” e fu una serata
indimenticabile, zeppa di emozione e sopratutto di affetto e
gioia. Erano presenti i suoi amici storici Leone Balduzzi, al
violino, Olindo Palucci, al mandolino banjo, io alla chitarra,
Ivo Balduzzi, alla fisarmonica, Ennio Di Pierro, Augusto Iezzi
e tanti altri compaesani, tutti cantori. Zio Umberto, in
vestaglia ed ormai anziano, dopo l’inevitabile stupore,
sprizzò felicità da tutti i pori. I figli Tonino e Peppino,
che sapevano, fecero trovare una tavola imbandita da ogni ben
di Dio, ma il vero cibo di cui io mi nutrii quella sera,
furono le sue interpretazioni delle canzoni antiche, che solo
lui, Zio Umberto conosceva e interpretava in modo unico,
originale. Dopo qualche anno ci lasciò, era il 31 Ottobre del
2006.
Zi Umbuerte o Zi’ Umburtucce, all’anagrafe Silvio Umberto De
Filippis, era nato a San Salvo il 2 agosto del 1916. La sua
vita non era stata facile. Orfano di entrambi i genitori sin
da bambino, dovette subito accorciarsi le maniche. Fece
l’apprendista muratore con maestri dell’epoca come mastre
Paolo e mastre Spedite Malateste, il fratello Mastr’Andonie,
dette Piccincialle per la sua piccola statura, sino a
diventare lui stesso un abile maestro. Ma la vera maestria di
Zi’ Umbuerte era l’arte di suonare e cantare con la sua
chitarra, strumento con il quale mostrava tutta la sua
sensibilità artistica ed il suo animo buono.
Zio Umberto aveva fatto la guerra, come caporal maggiore
guastatore, prima in Jugoslavia e dopo in Libia, agli ordini
del generale Dominioni, combattendo la battaglia di El
Alamein, conoscendo personalmente il generale tedesco Rommel
(la volpe del deserto). Al suo ritorno se ne era andato dopo
qualche tempo in Francia per lunghissimi 5 anni per far vivere
meglio la sua famiglia, composta oltre che dalla signora Ida e
dai già citati figli Tonino e dal simpaticissimo Peppino,
anche dalla ultimogenita Flora, che vive attualmente in
Toscana.
Umberto De Filippis, il
primo a destra
In tarda età riscoprì la sua chitarra che era stata per lungo
tempo in silenzio. Sapeva suonare anche il mandolino, ma lo
strumento che sapeva far suonare più di tutti Zio Umberto era
il suo cuore: un cuore grande per la sua famiglia e per tutti
noi che eravamo e siamo orgoliosi di essere stati suoi amici.
Grazie Zio Umberto.
Fernando Sparvieri