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Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri







Ma chi sarebbero li salvanése

I racconti di Fernando Sparvieri



Un po' di storia locale raccontando personaggi










Il mio amico Rocco
(L'ultimo accompagnamento in re maggiore)

di Fernando Sparvieri


Rocco Martelli



Rocco, il mio amico Rocco Martelli, se n'è andato.

Ci ha lasciati domenica 15 Dicembre 2013, dopo una lunga malattia , che non gli aveva impedito tuttavia, nonostante la tarda età, di lavorare quasi sino all’ultimo e di dedicarsi ancora intensamente alle sue passioni e sopratutto ai suoi affetti.

Conobbi Rocco, che ero ancora un ragazzino, mentre Egli era un uomo ormai maturo. Negli anni '60 aveva aperto un ristorante in aperta campagna, in C.da Stingi, nella zona “di li Scirnése”, cioè nelle terre in cui era approdata tra il 1925 e il 1926 la famiglia di Nicola Altieri, proveniente da Scerni (perciò “li scirnése), di cui Rocco ne era divenuto un componente, avendo sposato Antonietta,la flglia del capostipite.

Fu proprio in quel ristorante che vidi per la prima volta Rocco e fu lì che nacque la nostra buona amicizia, nonostante la differenza di età. Per arrivarvi bisognava percorrere una strada brecciata e polverosa, l’attuale Via Stingi, ed il suo era uno dei due ristoranti per “matrimoni” che da poco avevano aperto i battenti a San Salvo (l’altro era di Vito Tomeo, personaggio straordinario di quel tempo). Prima di allora i pranzi nuziali si festeggiavano nelle anguste camere da pranzo domestiche e quindi, quei due locali, non più grandi di 200 mq. cadauno, divennero in breve tempo la novità.

Iniziai a frequentare il suo ristorante perché suonavo.

Alla sera, infatti , nelle cerimonie degli sposi, si ballava. Erano stati i Prepotenti, primo gruppo beat sansalvese, ad inaugurare le serate danzanti “a li spuse” nel locale di Rocco, ma quando questi si ritirarono, fummo noi “ I Facili”, gruppetto locale beat emergente, costituito da me, da Michele De Filippis, Ivo Balduzzi, Rino Di Cola e Osvaldo Menna, a prenderne il posto (caricavamo gli strumenti sopra “la laparelle” l' Ape Piaggio di Osvaldo o di Nicola Iannace ed andavamo a suonare).

Con Rocco l’intesa fu immediata. Egli, che era amante del bel canto ed aveva una voce dolcissima, modulata ed intonatissima (alla Claudio Villa per intenderci), ad una certa ora della serata, prendeva il microfono e dedicava qualche canzone melodica agli sposi. Ricordo tra le sue canzoni preferite “Angeli Negri”, “Mamma son tanto felice” oppure “O mamma mamma mamma , sai perché mi batte il corazon” che era il suo cavallo di battaglia, canzone con la quale terminava quasi sempre le sue esibizioni tra gli applausi dei presenti.

Il suo timbro di voce era possente e professionale; si avvertiva subito nella sala un’atmosfera diversa; si sentiva che stava cantando un cantante vero. Alla fine delle serate Rocco, soddisfatto, ci portava nella sua cucina privata, attigua al locale ristorante, dove c’era un grande caminetto a legna, e lì ci faceva mangiare, felice di farlo.

Tra me e Lui si instaurò da subito un’intesa perfetta, sopratutto dal punto di vista umano ed in breve divenni un suo beniamino.

Quante volte avrò accompagnato Rocco, insieme ai miei amici, durante le sue esibizioni agli sposi è difficile dirlo!

Quando cessò la sua attività di ristoratore, non ci perdemmo mai di vista. Seppure non più giovanissimo la sua passione per la musica e l’arte, rimasero intatte ed altre occasioni fecero incrociare nuovamente i nostri cammini. Ebbi il piacere di accompagnarlo tante altre volte, ancora con la mia chitarra, nei "Sant’Antonio" che il 16 Gennaio venivano organizzati negli anni '70 da Leone Balduzzi, Ennio Di Pierro, Virgilio Cilli ed altri amici. Rocco era la voce solista del gruppo quando bisognava intonare: “Ecco il vostro Sant’Antonio il nemico del dimonio”.

Fu concorrente, inoltre, con spirito ed entusiasmo giovanili, nei Festival Regionali che si tennero sempre in quegli anni al Cine-Teatro Biagino, gare canore organizzate dai miei amici Michele, Ivo e Rino insieme a Vito e Luciano Cilli, i quali insieme costituirono negli anni successivi  il gruppo musicale degli "Ambassador".

Rocco, tuttavia non si limitò solo alla musica. Interpretò per anni il ruolo di attore nelle rappresentazioni teatrali della Compagnia di Teatro Sperimentale “Renato Bevilacqua”, ove per un periodo divenne un punto fermo. Il suo amore per l'arte valicò anche i confini della musica e fu anche scultore.

E' sua la prima pietra in marmo della nuova Chiesa di San Nicola, di cui era devoto, su cui incise le iniziali del Santo (S.N.) ed una croce, che venne posata in una cerimonia solenne da S.E. Monsignor Vincenzo Fagiolo, alla presenza di Don Piero Santoro, allora Parroco, e di un folto numero di fedeli.

Dopo una gioventù di stenti, durante la quale aveva svolto un'infinità di lavori, nel periodo del ristorante lavorava anche con una levigatrice per marmo, con la quale avrà levigato i pavimenti delle case di tutta San Salvo. Mentre lavorava dava sfogo al canto con la sua voce possente e melodiosa, che si mischiava al rumore della levigatrice, e si udiva, all'esterno, a decine di metri di distanza dal luogo in cui stava lavorando.

La passione per il canto è stata per Lui una ragione di vita. Cantava in ogni circostanza, mentre lavorava, in Chiesa ai matrimoni, ovunque vi fosse un motivo per cantare. Quando cantava si sentiva felice. Per questo motivo, ogni qualvolta lo incontravo, mi faceva ascoltare sempre qualche nuovo motivetto, invitandomi a casa sua affinché trascorressimo insieme qualche ora: Lui cantava ed io l'accompagnavo con la chitarra.

Ricordo quella mattina che mi chiamò al suo ristorante per farmi ascoltare, per primo, una canzone che aveva composto in quei giorni, dal titolo “Sante Salve amore me' ”, chiedendomi un parere e di accompagnarlo con la chitarra.

Il mio modo di accompagnarlo evidentemente lo soddisfava appieno ed io sono stato sempre felice di poter esaudire questo suo desiderio.

L'ultima volta, però, in cui mi ha chiesto di farlo, mi è crollato il mondo addosso. Una richiesta che non mi sarei mai aspettata che mi ha riempito il cuore di tristezza, ma nel frattempo di orgoglio e, sembrerà un controsenso, di un'amara serenità.

Il 15 Dicembre squilla il mio cellulare. E’ Michele De Filippis che mi annuncia che Rocco non è più con noi.

Dopo il mio iniziale sgomento mi dice: “ Mi ha telefonato Nicola, il figlio, e mi ha detto che Rocco prima di morire ha lasciato un video testamento, rivolto principalmente a te, in cui ti chiede di accompagnarlo per l'ultima volta il giorno del suo funerale. Ti chiede inoltre di partecipare quest' ultimo suo desiderio a tutti gli amici del ristorante, affinché suoniate tutti insieme, lungo il tragitto che compirà il corteo funebre da casa al cimitero”.

Roba da mozzafiato.

Mi sono precipitato immediatamente a casa di Rocco e mentre Egli era lì, in silenzio, disteso, in attesa del suo ultimo viaggio terreno, Nicola, suo figlio, tra la commozione generale, mi ha mostrato il video in cui il suo papà, il mio amico Rocco, nel letto di morte, si era rivolto a me ed ai suoi ragazzi dell’antico ristorante, chiedendo loro di suonare per Lui, per l'ultima volta, durante il suo ultimo viaggio verso l'eternità.

Ci chiedeva che Gli suonassimo la “Marcia Trionfale dell’Aida” all’uscita del feretro da casa; che durante il tragitto per arrivare in chiesa venissero eseguite canzoni di musica leggera; che dopo la messa funebre fossero le note del Nabucco ed in particolare il “Va pensiero” ad attenderlo fuori dalla Chiesa di San Nicola e poi sino al Cimitero, solo canzoni.

Dio solo sa come avrei voluto accontentarlo con tutto il cuore, di seguire alla lettera le Sue ultime volontà. Nonostante ho provato a farmi in quattro per esaudire appieno questo Suo ultimo desiderio, ho intuito da subito che non potevamo solo noi, ex capelloni degli anni '60, interpretare, con strumenti a corda e la fisarmonica, quei capolavori verdiani, come la Marcia Trionfale ed il Nabucco, anche per rispetto alla sua memoria.

Ci voleva la banda, almeno per questi brani. Poi al resto avremmo pensato noi.

La bara contenente il corpo di Rocco, uscì dalla sua casa di Via Stingi tra le note della Marcia Trionfale dell’Aida suonate dalla Banda Città di San Salvo ed una volta adagiata nel carro funebre, con lo sportellone ancora aperto, abbiamo esaudito il Suo ultimo desiderio cantandogli in Re maggiore la sua composizione, ” Sante Salve amore me' ”, interpretrata dalla voce tenorile di Mario Torricella, accompagnato da Ivo Balduzzi alla fisarmonica, da Michele De Filippis ed Ergilio Monaco alle chitarre acustiche, e da me al mandolino.

Abbiamo percorso per l'ultima volta assieme tutta Via Stingi, che non è più una strada bianca e polverosa come ai tempi del ristorante e della nostra gioventù, e lo abbiamo accompagnato cantando la sua canzone sino alla Chiesa, dove la banda era schierata ad attenderlo per tributarGli il “Va Pensiero”.

Dopo la cerimonia religiosa, gli abbiamo tributato il nostro ultimo omaggio cantandoGli ancora una volta “Sante Salve amore me' ”, la sua composizione, canzone con la quale noi, i suoi vecchi ragazzi del ristorante, in tonalità di Re maggiore, abbiamo voluto salutarlo "come il Re della canzone" , prestandoGli la nostra VOCE per ribadire, per tramite noi, il suo grande amore per la sua terra natia e per la sua San Salvo.

E’ stata l’ultima volta che ho accompagnato Rocco.

Caro Rocco, spero che dal Paradiso Tu abbia apprezzato.

Non ti accompagnerò più nelle tue canzoni.

Ti accompagnerò per sempre, nelle mie preghiere.

Addio caro amico Rocco.

Fernando Sparvieri

15 Dicembre 2013



Alcune foto di Rocco

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