Se fossero nati a New Orleans sarebbero stati degli ottimi
jazzisti.
Per nostra fortuna invece sono nati a San Salvo e quindi hanno
deliziato il popolo sansalvese con la loro arte povera, ma
ricchissima di folclore.
Sto parlando della famiglia Ialacci, quella il cui capostipite
si chiamava Vitale che sposandosi con Maria Torricella,
appartenente a “
chelle de Capurale”, ebbe 6 figli: Vito
(
Vitarìlle), Teodoro (
Dichidóre), Antonio (
‘Ntunuìne
Alacci), Angelo (
Angiulìne Alacce) purtroppo
tutti e 4 deceduti, Silvio (
Selve lu buarreste) e
Lidia, gli unici sino ad oggi, e speriamo per tanto tempo
ancora,
a tena' lu frànte (a tenere il fronte, ad
essere in vita).
Sono rimasto sempre affascinato da questa straordinaria
famiglia purosangue sansalvese che, oltre a porre il lavoro al
centro della loro esistenza, ha lasciato un segno indelebile
nell’interpretazione dei canti folcloristici locali.
Maschi o femmine non facevano differenza: tutti avevano nel
loro DNA il ritmo musicale e la passione innata per la musica
popolare e per l’arte.
I capodanni, le Pasquette, i "
Sant'Antonie", i “
Sante
Sabbastijáne” (San Sebastiano),
le Miscaráte (I
Carnevali) da loro interpretati, oltre ad essere unici nei
modi espressivi e nelle intonazioni delle caratteristiche
voci, avevano il sapore della spontaneità e della genuina
tradizione contadina sansalvese.
Oggi questa eredità artistica è custodita intatta dai figli e
dai numerosi nipoti.
Nel video "Carnevale 1980", gentilmente offerto alla libera
visione da Alfonso Franciotti (Foto clic), che potrete vedere
di sotto, possiamo avere un’idea della loro genialità
interpretativa. Alcuni rappresentanti della famiglia,
coadiuvati da un nutrito gruppo di amici sansalvesi,
interpretano “Popolo mio”, antica rappresentazione
carnascialesca in cui Carnevale è l’inimitabile Vitarille e
sua moglie è Mario Ialacci, figlio di
Dichidore.
Si scorgono nel filmato una nutrita rappresentanza di altri
attori e maschere, alcuni purtroppo scomparsi, che sono:
Denáte
Angelàune (il sindaco),
Vitale Chioditti (il
medico),
Bastijáne Valendéne (il prete),
Lido
Ialacci (il notaio),
Antonino Chioditti (la
morte),
Vitale Ialacci, altro figlio di
Dichidóre
, nella parte del garzone di Carnevale.
Nel ruolo di consolatrici sorelle della vedova, dopo la morte
di Carnevale, si riconoscono Nicola Romandia, marito di Lidia
Ialacci, Fernando Colameo, Tonino Cilli (adesso Vecchio Casale
ed un tempo
Tonine Lu Ciurluccie) e Rocco Ialacci,
figlio di
'Ntunuìne.
Altri interpreti: Umberto Di Biase (
Biascille) nel
ruolo del cocchiere, Di Gregorio Antonio (il figlio di
Carnevale), Rocco Di Petta (riconoscibile sotto la bombetta),
oltre ai vari all'epoca giovani “pulcinella” Osvaldo Menna,
Marcello Di Nello, Umberto Colombaro e Angiolino Ialiprete.
Enrico Vallone e Giuseppe Lozzi invece interpretano il ruolo
delle guardie municipali agli ordini del Sindaco
Denáte
Angelàune.
Alla fisarmonica, con un cappello "
nghe la gioffe", non
poteva mancare il fantastico
Angiuline Ialacce, che
con il suo brioso tocco da veterano fisarmonicista, alternando
con i bassi le seminime con crome nel ritmo del walzer,
accompagna tutta la sceneggiata.
La banda che precede la sfilata è composta dai giovanissimi
Enzo Marzocchetti alla tromba, Nicola Iannace e Angelo Longhi
ai sax, Giuseppe Di Stefano (Peppino la guardia) al rullante
ed il mitico Turdò ai piattini.
A cadenza ventennale gli eredi degli antichi Ialacci hanno
deciso di riproporre
la miscarate "Popolo mio", un
vero capolavoro di arte folcloristica.
Di seguito potrete vedere i due video del 1980 e 2000, con
l'augurio di rivedere il prossimo nel 2020.
Fernando Sparvieri
Video
Carnevale 1980
Video
Carnevale 2000
Video
Carnevale 2020
Video
Dichedóre (Teodoro) Ialacci
24/2/2014