Eh! Ma Baccalà
di Fernando Sparvieri
Angelo Longhi alla
batteria, Tonino masciale alla fisarmonica e Vitale
Ciavatta alla chitarra.
Ieri, leggendo un articolo di Michele Molino, il veterano
tra i giornalisti locali, pubblicato sulla pagina del gruppo
Facebook di Sei di San Salvo se..., in cui elogiava le doti
musicali del compianto Gaetano Masciale, per i sansalvesi
Tonine Mariscialle, persona a cui ero e sono legato
da profondo affetto, sia come amico, come musicante e come
compare, avendo egli voluto che cresimassi suo figlio
Giuseppe, mi è tornato in mente un aneddoto, da lui
raccontatomi, che caratterizzò la sua crescita musicale ed
adolescenziale.
Come ho già scritto, in un mio racconto del 10 maggio 2013,
che presto mi riaccingerò a ripubblicare, dal titolo "I
PREPOTENTI", il primo gruppo moderno beat sansalvese, quello
con le prime chitarre elettriche per intenderci, di cui Tonino
fu fondatore ed eccelso chitarrista, egli nacque
fisarmonicista e suo maestro fu
Angiuline Ialaccie (Angelo
Ialacci), da cui apprese i primi rudimenti della fisarmonica.
Da sinistra: Tonino Masciale,
con la sua prima chitarra elettrica, Angiolino Ialacci
alla fisarmonica, mastro Vito DiPetta, con la sua EKO
bianca madreperlata, la prima chitarra elettrica in
assoluto acquistata da un sansalvese, e Carmine
Tascone, batteristain erba.
Ebbene un giorno, andando a trovare Tonino nel suo studio
fotografico in XIII Vico Garibaldi, dove spesso ci divertivamo
insieme a suonare nei momenti di calma, mi raccontò di un suo
cruccio, che lo aveva tormentato per buona parte della sua
esistenza, riguardante il periodo in cui egli, dopo aver
superato in bravura il pur bravo
Angiuline Ialacci, il
suo primo maestro, cercava di dimostrargli, appena gli
capitava l'occasione, i progressi fatti con la fisarmonica.
Ma ogni volta che lo faceva, Angiuline,
pur essendo lusinghiero nei suoi giudizi, lo gelava con una
frase: "Brave!!! Ehhh! Ma Baccalà!" (Bravo! Sì! Ma
Baccala'!), a significare che Baccalà, un
fisarmonicista che conosceva lui, era di un'altra categoria.
Gli fece ascoltare "Il carnevale di Venezia", brano
all'epoca considerato il banco di prova del virtuosismo di
ogni fisarmonicista e la risposta di Angiuline fu
la stessa: "Brave!!! Ehhh! Ma Baccalà!"
Stessa sorte quando imparò "La Mazurca di Migliavacca",
altro brano tosto: "Brave. Ehhh! Ma Baccalà!".
"Divenne per me una specie di tormento", mi
confidò Tonino. "Crebbi", continuò, "con l'assillo di questo
Baccalà nella mente, che io, prima di allora, non avevo mai
sentito né nominare e né tantomeno suonare. Alle mie domande
di chi fosse, mi sentii rispondere che era di Vasto, che era
emigrato in gioventù all'estero, e quindi, anche la mia
curiosità di poterlo prima o poi sentire suonare, era
difficilmente concretizzabile".
Senonchè, un giorno, continuò a raccontarmi Tonino, mentre
era nel suo studio fotografico e tra un cliente ed un altro
che arrivava, com'era suo solito, imbracciava la
fisarmonica, dilettandosi in virtuosimi, ecco entrare un
signore, attempato.
"Buongiorno!", gli disse Tonino, mentre si toglieva di dosso
la fisarmonica, per recarsi dietro il bancone del suo studio
fotografico.
"Buongiorno!" gli rispose il signore, che subito aggiunse:
"No! Suona! Suona pure! Non preoccuparti. Mi piace".
Tonino, che quando qualcuno gli chiedeva di suonare, non si
tirava mai indietro, si risedette e gli fece ascoltare un
brano e fu allora che quel signore, dopo averlo ascoltato,
gli disse: "Bravo. Anch'io in gioventù suonavo la
fisarmonica".
"Ah! Suona pure lei", gli chiese Tonino.
"Si! Suonavo", gli rispose il signore, che aggiunse: "Io
sono di Vasto, ma adesso vivo all'estero. Da giovane venivo
spesso a suonare a San Salvo".
"Ah veniva a suonare a San Salvo", gli chiese Tonino, "E
come si chiama lei?", gli domandò.
"Baccala'".
"BACCALA'!!!", esclamò Tonino, non dandogli tempo neppure di
pronunciare il suo nome.
"Mo assettite a écche!!!" (Adesso siediti qui), gli
ordinò con impeto e togliendosi di dosso la fisarmonica con
una velocità supersonica, gli disse porgendogliela: "Toh!
Suona! E' una vita che aspetto questo momento".
"Ma no!", gli rispose Baccalà, abbastanza sorpreso dalla
reazione di Tonino, dicendogli: "Io non suono da tantissimi
anni, cosa vuoi che ti faccia più ascoltare. Non ho più con
la fisarmonica quella dimistichezza di un tempo".
Ma Tonino era diventato elettrico, più elettrico della sua
chitarra elettrica, che pure suonava bene, ed insistette
tanto, sino a quando Baccalà, convinto da tanta insistenza,
imbracciò la fisarmonica e gli fece ascoltare una suonata.
"Scie'!", mi disse Tonino, dopo averlo finalmente
ascoltato. "Ere brave, ma ndo' ze presentáve 'mbaccie a
mà" (Si! era bravo, ma dove si presentava tecnicamente
dinanzi a me).
"Però!", aggiunse subito dopo, quasi a volerlo
elogiare: "T'avesse vìute fa avveda'! Tutte 'sse
femmenàlle de lu quartire, che pejévene lu fràsche aésse
fore, gna hanne sentìute la fisarmoneche, hanne tutte
currìute dàndre a la puteche a scuddà'" (Però, avrei
voluto farti vedere. Tutte le femmine anziane del vicinato,
appena sentirono il suono della fisarmonica, suonata da
Baccalà, corsero dentro la bottega ad ascoltarlo).
"Ehhh! Ma Baccalà!"
Morale della favola. Quel Baccalà, che dal punto di
vista tecnico era sicuramente inferiore a Tonino, era unico
nelle sue interpretazioni. Aveva un tocco musicale
sopraffino, quel tocco che scaturisce dal profondo
dell'anima, che contraddistingue ogni artista da un altro,
rendendolo diverso in ogni angolo del pianeta.
"Ehhh! Ma Baccalà!"
Morale della favola. Ogni essere umano ha bisogno nella
vita, di un Baccalà da emulare, per crescere e migliorarsi
in tutti i campi, magari sognando ed illudendosi di
diventare il migliore, anche se la modestia e l'umiltà
devono sempre restare le virtù, a cui ispirarsi per meglio
comprendere se stessi, i pregi ed i difetti propri e altrui.
"Ehhh! Ma Baccalà!"
Morale della favola. Mai sentirsi infallibili e superiori
agli altri. C'è sempre qualcuno da cui apprendere qualcosa
per farne tesoro, come seppe farne quel giorno Tonino,
eccelso fisarmonicista, che ascoltando Baccalà, ebbe a
riflettere e dire: "Però t'avesse vìute fa
avveda'! Tutte 'sse femmenàlle de lu quartire, che
pejévene lu fràsche aésse fore, gna hanne sentiute la
fisarmoneche, hanne tutte curriute dàndre a la puteche a
scudda'".
"Ehhh! Ma Baccalà!"
Tutti siamo ed abbiamo un Baccalà nella vita.
Fernando Sparvieri
11 Settembre 2021