di
Fernando
Sparvieri
Piena del fiume
Trigno - Anno 1953 (Foto Gino)
“
Chiù ‘nnénze jame e chiù péchere arcacciáme” (Più
avanti andiamo e più pecore troviamo).
Spesso mi sono chiesto la derivazione di questo
detto. Ho cercato un po’ ovunque, ma la
risposta, al di là dei confini locali, non l’ho mai
trovata.
Generalmente viene usata dai sansalvesi per significare
“che più si va avanti e più difficoltà si incontrano nella
vita”.
Un sansalvese, di cui non ricordo il nome, un giorno
mi ha spiegato l’origine di questo nostro detto paesano.
Pare, che un tempo, neppure molto distante, il fiume
Trigno, che era solito straripare, varcò i suoi
argini investendo con la sua piena un gregge che
pascolava nei paraggi.
Il gregge venne letteralmete inghiottito dalla furia del
fiume che fece strage di ovini.
I “soccorritori”, dopo la piena, si ritrovarono a dover
“ricacciare” dalla melma le carcasse degli animali, che
parevano non finire mai.
Da ciò dovrebbe derivare il detto popolare in
argomento.
In questi giorni, in cui il maltempo ha causato il brusco
risveglio del torrente Buonanotte, che come dice il suo
stesso nome era in letargo da anni, causando, il 5 marzo,
ingenti danni ai palazzi di San Salvo Marina, mi è tornato
in mente questo vecchio detto sansalvese, il cui
significato haimè... è sempre attuale.
Anche se questa volta non si tratta di pecore, ma di
palazzi, con le fondamenta nella sabbia, sotto il
livello del mare, responsabilità antiche e moderne a
parte, è proprio il caso purtroppo di dire:
“
Chiù ‘nnénze jame e chiù péchere arcacciáme”.
Fernando Sparvieri