"Il
segretario è ..."
(Fatterelli)
di Fernando Sparvieri
Torna l’autunno ed i giornali e le televisioni tornano a
parlare di scioperi, nonostante la guerra.
Non c'è da meravigliarsi. E’ un appuntamento tutto italiano.
Dopo le vacanze estive, si ricomincia a parlare puntualmente
di scioperi, organizzati dalle massime categorie sindacali.
Oggi, ad esempio, scioperano gli autotrasportatori pubblici.
"E chi se ne..." verrebbe voglia di dire loro, tanto io
c'ho
l'automobbele! E poi,
in fondo è uno
scioperetto, solo di 8 ore!
Un tempo, invece si facevano certi scioperoni! Si accendeveno
certi fuoconi!
I picchetti degli scioperantii, dinanzi ai cancelli delle
fabbriche, accendevano i falò, e povero era chi voleva
entrare. "Sei un crumiro", gli gridavano. "Vattene a casa!
Cogl...one!".
E qualcuno, per dimostrare principalmente a sé stesso ed agli
altri che lui ce l'aveva gli attributi, scioperava,
tornandosene a casa dalle moglie. E qui, tra le mura
domestiche e nel talamo nuziale, si sentiva un leone.
Ma le mogli non gradirono.
“Chi non lavora, non fa l’amore”, disse un giorno Claudia Mori
a suo marito Adriano Celentano. Fu lo stesso molleggiato, così
lo chiamavano i suoi fans, a confidarlo a pochi intimi a
Sanremo 70', dicendo che la moglie si era stancata a
molleggiare a letto, sul materasso a molle Permaflex, e che
non vedeva l'ora che lui tornasse in casa discografica per
incidere una nuova canzone.
Al Comune di San Salvo, invece in quegli anni, non scioperava
nessuno. Scapoli ed ammogliati avevano tutti paura di perdere
lu pustarìlle (il posto di lavoro).
Comandava
lu commendatore (Vitale Artese),
che era stato da poco insignito del titolo di Commendatore, e
mica potevi permetterti di andare contro di lui, il Sindaco,
il tuo datore di lavoro? E poi che avrebbe detto, il
segretario comunale?
Poveri impiegati del Comune. Lavoravano, come schiavi, da
mattina a sera. Il segretario comunale era Pietro Di Clemente,
un gran lavoratore e non badava a orari. Spesso e volentieri
continuava a lavorare in ufficio fino a tarda ora e quando
finiva il suo lavoro lo sapeva solo il Signore. Mica potevano
gli impiegati lasciarlo solo? Aspettavano che prima o poi si
sbrigasse e nessuno aveva il coraggio di andare alla sua
porta, bussare e dirgli: “Buonanotte segretario, io vado a
dormire. Buon lavoro”.
Figuriamoci se pensassero a scioperare, poveri impiegati
comunali. Troppo rischioso.
Senonchè un mattino, sorpresa.
“IL SEGRETARIO E’ IN SCIOPERO”, era scritto su un foglio di
carta, a stampatello, sulla porta del suo ufficio.
Non credevano ai loro occhi gli impiegati. Vagavano smarriti
tra i corridoi, increduli. Possibile che lo zelante segretario
oggi scioperi, pensavano. Qualcuno, felice come una Pasqua,
disse ai colleghi: "Finalmente, questa sera, usciremo
all’orario giusto, anzi cinque minuti prima", si
corresse.
Ed invece ad una certa ora...
“Chi è stato! Chi è stato! ”, sentirono gridare come un
ossesso lungo il corridoio. Era il segretario comunale che si
era pentito di scioperare o lo avevano fatto pentire, ed era
tornato al Comune: “Io chiamo la scientifica (la Polizia
Scientifica)", gridava, "vi faccio prendere le impronte
digitali e vediamo chi è stato".
Cosa era successo. In quelle poche ore che il segretario era
stato in sciopero, prima del pentimento, qualcuno aveva letto
il cartello sulla sua porta “IL SEGRETARIO E’ IN SCIOPERO" e
ci aveva scritto sotto: "E CHI SE NE FREGA”.
Si finì il mondo. Venne minacciato l’oltraggio al pubblico
ufficiale. Tremavano come foglie gli impiegati. Tutti in
silenzio. Nessuno fiatava.
Si venne a sapere qualche giorno dopo chi ne era stato
l’autore.
Non era stato un impiegato comunale, ma Franco D’Annunzio,
ragioniere, giovane vastese, nipote del padre cappuccino frate
Alberto Mileno, che lavorava all’esattoria in C.so Umberto I,
di Don Ettore Cirese.
Lo confidò ridendo lo stesso Franco ad un giovane impiegato
comunale, dopo la promessa che non avrebbe mai rivelato a
nessuno che era stato lui lo scrittore.
La promessa venne mantenuta.
Ed allora come avrò fatto io a saperlo?
L'ho visto al cinema, al cinema San Vitale, quello del prete
Don Cirillo Piovesan, in Piazza Municipio.
Non ricordo bene se fosse un film del ragionier Fracchia o di
Fantozzi.
16
Settembre 2022