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Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri







Ma chi sarebbero li salvanése

I racconti di Fernando Sparvieri



Un po' di storia locale raccontando personaggi










Lu puàtete o scardille
e Don Vitaliano
(Il peto o scorreggia)
(Fatterelli)


Il dottor Vitaliano Ciocco al centro.


Si sa, quando si parla di peti o scorregge, il cosiddetto scardille in termine muratoresco, ci assale sempre un senso di vergogna. Tutti, indistintamente, però, li facciamo. Nessun essere umano può farne a meno di farli. Insomma, quando arrivano e bussano alla pancia, d'improvviso, tutti, nessuno escluso, compresi i re, regine, papi, presidenti delle repubbliche, dittatori, di ogni latitudine, razza, sesso e nazionalità, devono necessariamente liberarsi subito di questo improvviso e fastidioso fardello intestinale e non c’è deretano che tenga, nel senso che possa tenere o meglio trattenere a lungo: bisogna farli subito, pena un doloroso dolore addominale.

E’ brevùgne ma è salìute” (E' vergogna ma è salute), diceva mia nonna Maria.

Si stima che su una popolazione mondiale composta da 7,8 miliardi di persone, moltiplicata minimo x 7 - 8 scorregge al giorno, fattore che può variare a seconda del numero dei piatti di fagioli mangiati procapite, vi è una quantità giornaliera di emissioni di gas corporei difficilissima da calcolare con la tabellina di Pitagora: si arriverebbe a bilioni e bilioni di esalazioni di gas corporei immessi quotidianamente nell’atmosfera.

Se a questi numeri aggiungessimo, anche le sorelle silenziose, le cosidette loffe o mope, ma non per questo meno efficaci, oltre agli altri bisogni corporei solidi del mondo umano e del resto di quello animale, si arriverebbe a cifre astronomiche, iperboliche, difficilissime da scrivere anche per un comune computer mortale.

Eppure la Terra non puzza. Puzza più per altre cose che fanno più danno ma meno rumore.

L'uomo, infatti, da sempre, è più propenso a perdonare cose molto ben piu' gravi, come il buco dell'ozono, l'inquinamento acustico e ambientale, insomma preferisce vivere in un "Mondo di Kack" e turarsi il naso, ma se ad un povero diavolo, gli scappa, per puro caso, una scorreggia, si finisce subito il mondo, da che mondo e mondo.

Ad esempio durante il periodo del fascio successe che al povero Lueggie Pezzate (Domenico Apezzato), glie ne scappò una, di una intensità di decibel tale, che suscitò l’immediata reazione del Dott. Vitaliano Ciocco, medico condotto e potente gerarca fascista locale e provinciale, che passava di lì per caso.

Il dott. Ciocco, la prese davvero male ed incurante del gas di scarico, reagì immediatamente, accusando il povero Pezzate, di un vero e proprio attentato alla sua carica istituzionale.

Per fortuna che udì tutto Lueggie Pelléne (Luigi Tomeo), quello che portava sempre la Pipézzere di Sante Vetále e che un giorno, preso dall’ira, la buttò, suscitando l’ispirazione di Meccheline la cinciare, una nota cantautrice locale, che cantò: “E Pelléne z’è ' ngazzate e la pipézzere ha jttate”.  Pelléne infatti, che era anch'egli 'na bbona pezzate,  sprezzante del pericolo, prese immediatamente le difese del compagno Lueggie Pezzate e disse a Don Vitaliano: “Do’ Vitalia’! Io ti dico che cossui il petti non l’ha fatto per te.”

“Ed io ti dico che invece lo ha fatto per me?”, gli rispose a muso duro Don Vitaliano

“E io ti dico che cossui il petti non non l'ha fatto per te”, replicò coraggiosamente Lueggie Pelléne, a cui, il coraggio di certo non mancava. D'altronde aveva avuto il coraggio di buttare per terra la pepezzere de Sante Vetale, incurante di una possibile ira del più potente santo locale, figuratevi se poteva importargli della reazione di un capo fascista, che era pur sempre un comune mortale.

Non so se i due finirono al fresco in 1° vico Piazza, dove c'era una prigione per niente ospitale, ma un fatto è certo: Don Vitaliano se la prese molto, ma molto a male.

Com'è curioso il mondo.

Nella vita tutto è relativo: ciò che in determinate circostante viene ritenuta un'offesa, in altre può diventare invece motivo di vanto ed ilarità. Tutto dipende dalle circostanze e dal contesto in cui avviene un evento. Infatti, non trascorse tempo che lo stesso rumore, biasimato da Don Vitaliano Ciocco nei confronti di Lueggie Pezzate, venne invece apprezzato, anzi addirittura osannato dallo stesso Ciocco e dai suoi camerati.

Si racconta che Don Vitaliano, al quale non sfuggiva nulla, aveva appreso che Za' Denate Scatenate (Donata Cavalcante), soprannominata Za' Denate la petetare, era dotata di una capacità ri...petitiva straordinaria: quella di fare scorregge a richiesta. Ne faceva quante uno ne voleva. E così una sera, mentre era insieme ad alcuni inseparabili camerati, vedendola passare la chiamò:

"Buonasera Donata. Senti. Vieni qua". La povera donna alquanto sorpresa e spaventata da cotanta ed inaspettata chiamata, si avvicinò. "Senti Donata", le disse Don Vitaliano,"ho saputo che sei bravissima a fare scorregge a comando. Fammene ascoltare qualcuna".

"Ma no! Do' Vitalià! Ma che te l'ha dette 'sse fessare", gli rispose la povera donna alquanto allarmata. Poi, giusto per stemperare il clima e far vedere che non aveva timore di quella figura reverenziale, gli disse: "Scie' Do' Vitalia'! Cacche d'ìune le faccie pìure, ma gna le fa' tutte quénte. Segnurè mo se mmedeche e le si'" . E subito dopo, forse temendo di essere accusata di disturbo diurno alla quiete pubblica aggiunse: "Tutte quente Do' Vetalia' le faciame, ma ne è però ca le faccie mmezze a la ve'!".

"Senti Donata", cercò di tranquillizzarla subito Don Vitaliano, "non preoccuparti. Non hai da nulla temere. E' solo una mia curiosità personale. Dai fammene sentire qualcuna".

"Ma no Do' Vitalia'! Ne è gna pinze pruprie segnure'!", gli rispose Donata un po' titubante, dinanzi ad una presenza così ingombrante. E poi, tanto per non apparire scortese, viste le insistenze di Don Vitaliano, aprì timidamente a qualche concessione: "Scie'! Gesu Creste me'! Se me ci màtte caccóse c'ha esce. Ma mo me n'abbrevugne a farele 'nnénze a segnurè!".

"Ma dai Donata non vergognarti. Te lo chiedo per favore, fallo per me", la incoraggiò Don Vitaliano.

"Muahh! Do' Vitalià!" gli rispose a quel punto Za' Denate, resasi conto che Don Vitaliano voleva regalarsi solo un momento ilare:"Se l'aja fa pe' la faccie de segnurè, mo ci sprove" e glie ne fece una treccia.

E vedendo che Don Vitaliano apprezzava, alla fine concluse la sua esibizione con una cresómmere (una bomba) sensazionale, più fragorosa dell' ultima bomba del fuoco d'artificio della festa di Sande Vetale, esclamando soddisfatta tra gli applausi: 

"Do' Vitalia' ! Cua' è de rehale".



14 Ottobre 2021







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