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Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri







Ma chi sarebbero li salvanése

I racconti di Fernando Sparvieri



Un po' di storia locale raccontando personaggi










E stìute 'ssa péppe
(E' spegni quella pipa)

di Fernando Sparvieri




Non so se avete mai sentito dire in giro da qualcuno "E stìute 'ssa péppe" (E spegni quella pipa).

Letteralmente è un esplicito invito ad un fumatore di pipa di smetterla di fumare perchè il suo fumo dà fastidio, ma allegoricamente assume il significato di invitare qualcuno a starsene zitto, perchè sta parlando troppo, in modo spesso inopportuno e fastidioso.

Ignoro se questo modo di dire si dica anche in altri luoghi d'Italia, ma è certo che è molto usato nei paesi del nostro circondario e potrebbe aver avuto origine da un dialogo fra due cittadini vastesi. Molti detti popolari, infatti, così come i proverbi dialettali, erano patrimonio culturale condiviso fra popoli cugini. Le uniche differenze consistevano in sfumature fonetiche diverse, essendo ogni paese un po' un'isola a sé stante, a causa della distanza geografica tra di essi, che poi, a mio avviso, in un epoca in cui la gente si muoveva a piedi o con i cavalli, è il vero motivo che diede origine alla diversità negli accenti dei dialetti.

Per meglio leggere la storiella che mi accingo a raccontarvi, bisogna premettere che in dialetto arcaico vastese la vocale "i", ma anche la "e" e qualche "o", a seconda dei casi, in determinate sillabe, veniva pronunciata con una bella "à" apertissima che i puristi del dialetto “uaštaréule” scrivono, se ho capito bene, con una bella "e" con la dieresi (ë).

Si racconta che due amici vastesi, Niculëne e Felëppe (in vastese la pronuncia è Niculàine e Felàppe), stavano tornando da Pescara a Vasto con il treno, uno di quelli a carbone, quando entrò nello stesso scompartimento, un bel signore distinto, ben vestito, con il giornale sottobraccio.

"Felë'! Stìte 'ssa pëppe" (Filippo spegni la tua pipa), disse Nicolino a Filippo, aggiungendo: "Ne vëde 'ssu sugnàre!" (Non vedi questo signore!), volendogli far intendere che il fumo della sua pipa avrebbe potuto dare fastidio all'illustre compagno di viaggio. Filippo spense la sua pipa.

Fecero il viaggio in silenzio, "zëtte ti e zëtte jë" (zitto e tu e zitto io, in silenzio). Nessuno parlava dentro lo scompartimento. Quel signore, così ben vestito, che nel frattempo si era messo a leggere il giornale, metteva loro soggezione.

Il treno, giunto alla stazione ferroviaria di San Vito-Lanciano, si fermò.

E fu allora che il signore, smesso di leggere il giornale, si alzò dal suo posto a sedere, abbassò il finestrino del vagone e guardando fuori, disse: "Beh! Dove abbiamo arrivato?".

"Felë arpëccie 'ssa pëppe" (Filippo riaccendi la tua pipa), disse Niculëne e Felëppe.


Antica stazione ferroviaria San Vito-Lanciano (CH)


Antica stazione ferroviaria Vasto (CH)



26 Novembre 2021





I racconti di Fernando Sparvieri

Indice

Gente, usi e costumi del mio paese



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(Emilio Del Villano)















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