Arnazzáte
piure la...
(E salito il prezzo anche
della...)
(Fatterello un po' sconcio)
di Fernando Sparvieri
L'inflazione galoppa. Complice la
guerra in atto tra Russia ed Ucraina, il prezzo del metano e
dei carburanti è salito alle stelle, inanellando una spirale
inarrestabile di aumenti in tutti i campi, dai beni di prima
necessità, come il pane, farina, ecc., sino ai prodotti
commerciali ed industriali.
Non vi è nulla da fare. L'Italia, povera di materie prime, che
nel dopoguerra si era guadagnata il titolo di una delle prime
nazioni al mondo in campo economico e industriale, soffre
questo ulteriore grave momento di crisi più di altri stati
europei.
Tutto in pratica aumenta.
Questo fatto, mi ha ricordato una storiella accaduta negli
anni '80, quando dopo il boom economico degli anni '60, iniziò
in Italia una lenta regressione, con l'aumento del debito
pubblico, culminata dapprima con l'uscita dallo SME della lira
nel 1992, a causa di una grave speculazione finanziaria, e
successivamente dall'adozione della moneta unica eropea che
ridusse il potere d'acquisto della ex lira, sino ad arrivare
alla crisi delle banche americane del 2007, da cui il nostro
Paese non si è mai del tutto ripreso, che ha portato anche a
governi tecnici in Parlamento, partendo da Monti per finire
con Draghi.
La storiellla che ora vi racconterò è un po' scabrosa e quindi
i cosiddetti moralisti possono smettere di leggere qui il
racconto e cambiare canale, come si dice in gergo televisivo.
Se invece intendete proseguire nella lettura, fatelo pure, ma
vi prego di non scandalizzarvi. Si tratta in fondo di una
storiella che ha il solo scopo di strapparvi un sorriso.
Protagonista fu un mio conoscente di una decina d'anni più
grande di me. Non vi svelerò il nome per una questione di
privacy. Era persona molto simpatica, conosciutissima a San
Salvo per i suoi modi di essere, oltreché gran bevitore. Un
personaggio unico, un pezzo di pane, dal grado culturale molto
basso, capace però sempre di uscite ad effetto che lo
rendevano amico di tanta gente, che si intratteneva volentieri
a parlare e scherzare con lui, sapendo che prima o poi ci
sarebbe scappata una risata.
Era scapolo e come si suol dire molte volte "le vie del
signore, o meglio delle signore, sono infinite", e chissà
come, era riuscito ad avere una bella amicizia con una donna,
che come si dice in dialetto sansalvese, gli faceva ogni tanto
'na lemosine (un'elemosina) o 'na grazie (una
grazia), nel senso che ecc.ecc.ecc., avrete capito a cosa
alludo e non mi dilungo in ulteriori spiegazioni. Io tuttavia
di questa sua particolare amicizia non ne sapevo nulla.
Lo incontrai un mattino al bar Bruno in centro. Lo conoscevo
per aver parlato spesso con lui e tra di noi era nata non
un'amicizia vera e propria, ma una buona conoscenza.
Per questo motivo ogni qualvolta lo incontravo ad un bar mi
permettevo di chiedergli se potevo offrirgli qualcosa e lui,
modesto pensionato, quasi sempre squattrinato, accettava di
buon grado.
Quella mattina, mentre io prendevo il solito caffè e lui nu
bucchirène (un alcolico), gli dissi:
"Certe ca all'Etalie 'nze po' camba' chije. Arnazzáte tutte
cose" (Certo che in Italia non si riesce a vivere più.
I prezzi lievitano sempre di più).
E lui mi fa: "Arnazzáte pure la fràgne".
Scoppiai a ridere. Per poco il caffè non mi
andò di traverso.
E mentre, con la tazzina in mano ero quasi piegato su me
stesso per le risate, lui, serio serio si spiegò:
"Je' canda vaje a truvuà l'amecezi'a ma, j porte sempre nu
ccuàune cafe', nu ccuàne de zìcchure, du' maccarìune. Mo lu
cafe' arnazzáte, lu zìcchure e le maccarìune pìure e
quindi... arnazzáte pìure la fràgne".
La traduzione in italiano la lascio a voi. Mi è difficile, per
la prima volta, tradurre quanto appena detto.
4
Aprile 2022