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Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri







Ma chi sarebbero li salvanése

I racconti di Fernando Sparvieri



Un po' di storia locale raccontando personaggi










Quell'elenco di soprannomi

di Fernando Sparvieri

Probabilmente San Salvo è uno dei pochi paesi del circondario che conserva nella memoria e per iscritto una lunga lista di antichi soprannomi locali.

Fu dapprima Michele Molino, il veterano tra i giornalisti locali, a rispolverarne in tempi recenti gli ormai sopiti ricordi, citandone a iosa sul suo giornalino cartaceo "La Voce". Poi la materia, trita e ritrita, è stata ampliamente ripresa sul web da nostalgici della San Salvo di un tempo che fu.

Ma sapete chi ne furono gli autori originari di questo ormai antico elenco di soprannomi sansalvesi?

Tutto nacque per caso e per scherzo al Bar Balduzzi. Bisogna premettere che il Bar Balduzzi, aperto da Leone Balduzzi nell’immediato dopoguerra al piano terra della sua casa in C.so Umberto I, fu il primo esercizio pubblico, nel suo genere, a fregiarsi dell’insegna “Bar”; prima di allora vi erano le cantine, che come insegne ponevano sulle porte di ingresso “’na frasche” (un ramo di quercia con foglie) per far capire che lì si beveva vino.

Questo bar, all’avanguardia con il primo bigliardo, biliardino, ricevitoria del Totocalcio e macchina del caffè, in cui molti sansalvesi conobbero marchi commerciali famosi, come l'aranciata San Pellegrino, prodotti Motta, Alemagna, Illy caffè e liquori di marca, era frequentatissimo da persone un po' di tutti i ceti sociali.

Il bar era frequentato anche da giovanissimi, tra i quali vi era Vitale Ciavatta (13/06/1937 - 13/06/2021), soprannominato affettuosamente Cialì, un ragazzino quattordicenne, molto vispo ed intelligente, al quale purtroppo, in quel periodo, morì il padre. Vitale, rimasto orfano di padre, venne mandato dalla madre a studiare a Bari, in un collegio di frati.

Ed in quel collegio, a Vitale, forse preso dalla nostalgia per il suo paese natio, venne in mente di scrivere, dopo qualche settimana dalla sua partenza, una cartolina di saluto agli amici del Bar Balduzzi.

Leone Balduzzi, titolare del bar, rimase sorpreso e felicissimo nel ricevere quella cartolina ed insieme a mio padre, Evaristo Sparvieri, suo grande amico, decisero di rispondergli. Presero un foglio di carta protocollo e riempirono tutte e quattro le facciate di saluti da parte di sansalvesi, scrivendo invece dei cognomi i loro soprannomi. La lettera, essendo Vitale in un collegio di frati, dopo una frase di ringraziamento per la cartolina ricevuta, iniziava così: “Tanti saluti da don Cirillo il preddo” e poi una sfilza di soprannomi.

Quando Vitale tornò dal collegio gli chiesero se avesse ricevuto la lettera. Vitale, in tono serio, rispose loro che i frati, prima di consegnargliela, com’era loro consuetudine, l’avevano aperta e controllata, chiedendogli spiegazioni. “E tu cosa hai risposto?”, chiesero a Vitale. «Ho detto loro di scusarli quei miei amici perché erano dei poveri cretini». Quella lista di antichi soprannomi di cittadini sansalvesi, scritta da quei due poveri cretini, grazie alla nostalgia ed all'intraprendenza del piccolo Vitale, è sopravvissuta al tempo ed è giunta sino a noi.

(clicca qui per l'elenco dei soprannomi).


31 Agosto 2022

Vitale Ciavatta in collegio a Bari.


Leone Balduzzi nel suo "Bar Balduzzi".


Da sinistra: do' Riche Pignatelle (Enrico Iammarino) e Alfiere Másande (Evangesta), intenti a compilare una schedina. A destra Leone Balduzzi, mentre separa la "figlia" dalla matrice di una schedina. La schedina era compostada tre parti: la "figlia" andava rilasciata al giocatore, le altre due parti  al Totocalcio.


Leone Balduzzii il 2° a sinistra, ritratto accanto ai bigliardo del suo bar.


Note:

Più o meno nello stesso periodo in cui Leone Balduzzi aprì il Bar Balduzzi, Biondo Tomeo e Nicola Del Villano aprirono in Via Roma, dove passava la nazionale S.S.16, "La trattoria dell'auto", nome suggerito loro dall'intraprendente Virgilio Cilli, che aveva la pompa di benzina nello spiazzetto antistante. "La trattoria dell'auto" assunse il nome di "Bar dell'auto" qualche anno dopo, quando l'attività commerciale venne rilevata dal solo Biondo Tomeo, dopo che il suo socio Nicola Del Villano emigrò in Argentina.
Nello stesso spiazzetto del benzinaio, sempre in quegli anni, ma cronologicamente dopo il Bar Balduzzi, aprì il suo bar/affittacamere Emilio Del Villano, chiamato dai sansalvesi "lu bar de Felicìlle", nome derivante dal nomignolo della famiglia Del Villano, che annoverava  un antenato di nome Felice, che era piccolo di statura, chiamato in dialetto sansalvese con il diminutivo di Felicìlle (piccolo Felice), come ad esempio Jnnarille, diminutivo di Gennaro. 






I racconti di Fernando Sparvieri

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MA CHI SAREBBERO
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di Fernando Sparvieri

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I forestieri a San Salvo



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di Fernando Sparvieri
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Emilie de Felicìlle
(Emilio Del Villano)















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