L'ultimo fischio del
capostazione
(La vecchia stazione )
di Fernando Sparvieri
Il capostazione, dopo aver fischiato all'ultimo treno in
partenza dalla stazione di San Salvo, serrò i battenti. Erano
le ore 9:00 circa del 18 Maggio 1989. La piccola stazione di
San Salvo, che aveva “rischiato” di divenire grande solo
qualche anno prima, iniziò da quell’istante la sua lunga
solitudine, tra rovi, sterpi e treni moderni che le sfrecciano
dinanzi indifferenti.
“
Pirtìcare me lu monne quesse è”, scrive Evaristo
Sparvieri in una sua poesia, riferendosi ad un vecchio aratro
(
la pirtecàre) arruginito dal tempo, abbandonato vicino
una masseria, a cui nessuno più degna uno sguardo, nonostante
ne abbia “
sferzàte de térre” (arato il terreno), per
dare all'uomo l'elemento principale per la sua sopravvivenza.
E’ il progresso si dirà. L’uomo progredisce e tutto tutto ciò
che è superato dal tempo diventa inutile e superfluo, in una
sorta di incosciente irriconoscenza.
Eppure, come già detto, la vecchia stazione aveva rischiato di
sopravvivere alla modernità e di divenire grande, di pari
passo con la sua San Salvo che cresceva a vista d’occhio. Era
successo che Lillino Artese, che negli anni '70 era già un
pezzo grosso della D.C., voleva far realizzare uno scalo
ferroviario consono con i nuovi tempi e vi era riuscito, salvo
cambiare di lì a poco idea. Erano addirittura iniziati i
lavori di sbancamento dirimpetto alla vecchia stazione, che
procedevano a ritmo serrato quando ... improvvisamente le
ruspe si fermarono.
Questione di campanilismo e di opportunismo politico.
Era troppo! Per i vastesi era davvero troppo. Ne avevano già
ingoiati troppi di rospi. Va bene la SIV a San Salvo, va bene
la Magneti Marelli, va bene tutto, ma una grande stazione
ferroviaria nel territorio sansalvese, che avrebbe soppiantata
quella di Vasto, quella proprio no!
Ne 'ncáláve abbále!
(Non riuscivano proprio ad ingojarla).
La politica!
La politica a quell’epoca comandava tutto. Gli uomini politici
avevano davvero grande potere incontrastato ed Artese, che
ambiva anche ad alti traguardi, che poi raggiungerà, messo
alle strette, seppure a malincuore, alla fine acconsentì ed il
campanile vastese vinse.
Si decise allora di realizzare una nuova stazione comune, tra
Vasto e San Salvo, inaugurata lo stesso giorno della chiusura
delle due vecchie stazioni cittadine. L’onore di far partire
il primo treno nel nuovo scalo ferroviario, alle ore 10:30
circa, toccò per la cronaca al capostazione di San Salvo, al
sig. Antonio Angelucci, pescarese sansalvese, lo stesso che
circa un’ora prima aveva serrato i battenti alla nostra
stazione.
Il segnale di partenza venne dato con la bandiera verde perché
il bravo signor Antonio, com'era logico, lasciò la paletta che
aveva in dotazione alla vecchia stazione e mai avrebbe
immaginato, che invece in quella nuova, attrezzatissima, non
c’era.
Segno premonitore dei tempi moderni. Ancora oggi, si
realizzano opere faraoniche, ma spesso succede che alla fine
manca un qualcosa, senza la quale diventa difficile far
partire il... treno.
Fernando Sparvieri
Il primo treno in arrivo alla
nuova stazione Vasto-San Salvo - 18 Maggio 1989 - ore
10:30 circa
Il capostazione Antonio
Angelucci dà il segnale di partenza con la bandiera verde
- 18 Maggio 1989 - ore 10:30 circa.