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Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri







Ma chi sarebbero li salvanése

I racconti di Fernando Sparvieri



Un po' di storia locale raccontando personaggi










Le corse di go-kart
(Le balle di paglia)

di Fernando Sparvieri


Corsa go-kart


All’improvviso, un sabato sera, le strade di San Salvo si riempirono di balle di paglia.

"Ma che succede?”, incominciarono a chiedersi molti sansalvesi che con la paglia, ma non a balle, avevano da sempre avuto a che fare.

Dumuane ci stà la carze de cocart!” (Domani vi sarà la corsa dei go-kart), spiegava loro qualcuno a cui probabilmente avevano già spiegato di cosa si trattasse.

Li cocart? E chi è 'sse cocart?’” (I go-kart? E cosa sono questi go-kart?).

E’ na càrze de machiniccie!” (E’ una corsa di piccole automobili).

Pochissimi sapevano a quei tempi che cosa fossero i go-kart. Era già complicato comprendere termini in italiano, figuriamoci le parole inglesi.

Era successo che Felice Tomeo, che all’epoca era segretario giovanile della D.C., aveva organizzato, insieme ad un giovanissimo Mario Cirese, l’avvocato, e ad altri giovani della Polisportiva Libertas locale, una gara di go-kart per le vie del paese, patrocinata dall’Amministrazione Comunale, interamente democristiana con Sindaco il Cav. Enrico Vitale Piscicelli nel suo ennesimo ed ultimo mandato (1969 - 1970), in sostituzione di Vitale Artese, che ambiva a diventare Consigliere Regionale, nelle prime elezioni nella storia delle regioni.

Bisogna premettere che da un po' di tempo, la nazionale non passava più in mezzo al paese. Era stato difatti da poco aperto al traffico l’ultimo tratto della SS 16 litoranea, che dalla nascente San Salvo Marina portava a Punta Penna, che era rimasto interdetto al transito degli automezzi per un periodo, in attesa dell'ultimazione dei lavori del cavalcavia ferroviario a Vasto Marina e ciò aveva per sempre liberato Via Roma, C.so Umberto I e Via Trignina dall'attraversamento della strada nazionale.

E così i giovani della D.C., anche per far vedere che loro avevano una marcia in più ed erano al passo con i tempi, organizzarono una prima gara di go-kart, disegnando un circuito nelle strade cittadine, lungo le quali un camion, la sera prima della gara, aveva scaricato le balle di paglia.

Il circuito si sviluppava lungo questo tragitto: partenza in C.so Umberto I all'altezza del Bar Centrale, passaggio sotto al giardinetto del Monumento ai Caduti, svolta a sinistra in salita a la curve de la Jnnarille (2° vico Umberto I ), nuova svolta a sinistra su Via Roma a la puteche di Lìzzarille (Domenico Lizzi), passaggio dinanzi al Monumento a Caduti (lato Via Roma), svolta a destra in lieve falso piano in Via San Giuseppe, nuova svolta a sinistra su Via De Vito, passando dinanzi alla Scuola Elementare, immissione su C.so Garibaldi scendendo verso la Porte de la Terre, svolta su C.so Umberto I, passando dinanzi ai negozi di Balduzzi (tessuti e alimentari) ed arrivo al traguardo dinanzi al Bar Centrale, all'altezza di P.zza Giovanni XXIII. La gara durava all'incirca una ventina di giri. 

Fu una manifestazione accolta con entusiasmo da tutta la popolazione, trattandosi di una vera novità.

Ricordo che il giorno della gara, che era una domenica, Piazza Municipio (attuale Piazza Giovanni XXIII) si trasformò in un box di go-kart a cielo aperto. Adulti e bambini, quest'ultimi attratti da quelle macchinine, che ricordavano i loro carretti di legno con le ruote a sfera, passavano in rassegna ad uno ad uno i go-kart, mentre i piloti, tutti intendi a fare i meccanici ed i gommisti, mettevano a punto i motori che, una volta accesi, scoppiettavano (spepetejévene) con il classico rumore dei 2 tempi.

Erano 2 le categorie in corsa: le 100 cm3, che non avevano le marce, e le 125 cm3, con le marce, che correvano in due gare ben distinte.

Alle 14.00 era prevista la partenza della prima gara, le 100 cm3, e poi le 125.

E' così, in un clima di grande attesa, simile per certi versi ad un passaggio del Giro d'Italia, si arrivo' all'orario della partenza della prima gara.

I piloti, dopo aver acceso i motori e fatto un primo giro di ricognizione, andarono a posizionarsi su una griglia ben dipinta sull'asfalto con la calce, simile a quelle che si vedono oggi nelle partenze delle gare automobilistiche di F.1.

Prima dello start, dato con un bandiera, un rumore assordante si levò nell'aria, mentre il fumo generato dalla miscela, frammisto alla puzza dell'olio bruciato, arrivava alle narici. Nessuno si preoccupava di quella puzza: era un odore moderno, che inebriava: la parola inquinamento era ancora lungi dal venire.

Partirono.

Decine di go-kart, come piccoli razzi, all'impazzata, sfrecciarono sotto il muraglione del Monumento ai Caduti, che chissà cosa avrà pensato, e svoltando a la curve de la Jnnarille, salendo su 2° vico Umberto, a Lizzarille si immisero su Via Roma, ripassando dinanzi al Monumento ai Caduti, che chissà cosa avrà ancora pensato, per poi girare in Via San Giuseppe, per poi sparire, sino a nuovo passaggio, agli occhi degli spettatori di Piazza Municipio.

E così per giri e giri, sino al tardo pomeriggio.

Se ne svolsero parecchie, in quegli anni, di corse di go-kart. La sera prima arrivava il camion con le balle di paglia e la gente capiva che il giorno seguente ci sarebbe stata la corsa di go-kart.

Alcuni piloti divennero beniamini.

Uno di questi, sempre vincitore a San Salvo nella classe 125, fu un giovanissimo Edoardo Suriani da Monteodorisio, ingegnere, appassionato di motori, figlio di Don Pompeo Suriani che era il Presidente della Provincia. Aveva un naso ed una faccia da corridore automobilistico. Restò sempre appassionato di motori, collaborando, almeno così si diceva, negli anni della maturita, anche con la Ferrari.

Qualche anno più tardi fu la volta di uno dei più grandi piloti della storia dei go-kart, che è negli annali della federaziona sportiva nazionale: Nicola Colantonio. Figlio di Trentino, famoso per aver aperto la prima omonima Scuola Guida a Vasto, dopo numerose vittorie anche a San Salvo, fece il salto di qualità, dedicandosi alle competizioni nazionali ed europee, diventando campione italiano nel 1970.


Da sinistra, seminascosto, il Sindaco Enrico Vitale Piscicelli, Nicola Colantonio mentre ritira la coppa dopo la vittoria, l'avvocato Mario Cirese, il dr.Giuseppe de Vito, Segretario della D.C. e Felice Tomeo, segretario giovanile della D.C.



Una menzione particolare va ad un personaggio unico, estroso, un vero artista del volante: Giuseppe Del Grosso. Ormai anziano, era conosciuto da tutto il circondario con il nome di Baffone, per via dei suoi lunghi baffi. Romagnolo di origine, forse riminese, si era trasferito a Vasto da una vita, dove faceva il gommista nel quartiere Shangai, a ridosso delle pompe di benzina della famiglia Molino.



Dire che era simpaticissmo è poco.

Lo ricordo transitare con il suo go-kart a San Salvo, che faceva più rumore che velocità, forse frenato dall'attrito con l'aria dei suoi enormi baffi, che lo resero personaggio popolarissimo non solo nel circondario, ma in tutta Italia, essendo conosciutissimo da tutti i camionisti in transito sulla vecchia Statale 16, in quanto uno dei pochi gommisti in zona.

Ed alla fine, merita una simpatica citazione anche il nostro Mario Ronca (23/9/1942), l’elettrauto. Originario di Silvi (TE), si era trasferito il 3 Agosto del 1965 da Città Sant'Angelo a San Salvo ed era stato il primo in assoluto ad aprire un' officina di elettrauto in paese, in un locale in Via Circonvallazione, a fianco al locale in cui Vito Tomeo aveva aperto il primo ristorante sansalvese. Ancora giovanissimo era bravissimo come elettrauto, un ragazzo di belle speranze, con l'officina sempre piena di auto, che allora si "sfasciavano" piuttosto spesso. Ci andavano Do' Lelle, Virgilio Cilli, Zio Mimì (Domenico Napolitano), mio padre, Peppine lu zànghere (Giuseppe Di Rocco), un po' tutti coloro che avevano acquistato la loro prima automobile, spesso di seconda mano.

Mario, a furia di vedere le corse di go-kart, se ne comprò uno anch'egli. Fu un campione di go-kart ed anche di bocce. Lo ricordo dopo la sua prima vittoria a San Salvo quando venne portato sulle spalle in trionfo dai suoi amici sansalvesi per la premiazione in Municipio, adornato con una corona di alloro al collo, come si deve ad un campione vero di automobilismo. Ne vinse parecchie di gare sia a San Salvo che in altri circuiti in cui il circo dei go-kart si trasferiva.

Ricordo un aneddotto di Mario Ronca in quel periodo, che dimostra tutta la sua passione per quel mondo di piccoli motori. Un sabato sera lo vidi arrivare al negozio di alimentari di Balduzzi in C.so Umberto, dove c'era anche la ricevitoria del Totocalcio, per giocare la schedina. Era tardi e Balduzzi, che aveva già chiuso il botteghino, era in partenza per Vasto, dove avrebbe dovuto consegnare le matrici all'ufficio zonale del Totocalcio, gestita dall' agenzia Massacesi, in Piazza Diomede.

Balduzzi gli disse: “Mario! Se vuoi te la gioco io la schedina da Massacesi a Vasto”.

Mario gli diede la schedina. Dietro non c'era scritto il suo nome. In verità non era obbligatorio scriverlo.

Balduzzi gli chiese: “Mario! Come ci scrivo? “.

E Mario sorridendo gli rispose: “Ronca Mario, aspirante campione”.

Non solo Mario a quei tempi era un aspirante campione.

Era aspirante campione anche San Salvo.


Mario Ronca

10 novembre 2014

Fernando Sparvieri



Note:

  • Durante le gare, accaddero anche fatti buffi, come quella volta, che un go-kart si fermò per un guasto dinanzi a Balduzzi e Necole Fecatazze (Nicola De Francesco) si volle rendere utile aiutando il pilota a spostare il mezzo: afferrò con una mano il go-kart dal tubo di scappamento, rilasciandolo immediatamente con un grido sovrumano alla Fantozzi. Da allora, secondo me, odiò un po' lo sport. Difatti, durante una corsa ciclistica per amatori, sempre in quel periodo, correva anche Pietruccio Marzocchetti, il fratello di Armando, il più grande corridore locale ad un passo dal professionismo, Nicola, alla vista di un gruppetto di corridori che sopraggiungevano, tutti sudati, si fermò a guardarli e gridò loro: "Fato schife".
  • Ricordo un aneddotto di Peppine lu zànghere (Giuseppe Di Rocco) all'officina di Mario Ronca. Peppino, che era un bel giovanottone bruno, grosso e robusto, che si era definitivamente stabilito in quegli anni a San Salvo insieme alla sua famiglia, aveva già a quei tempi, com'era nelle usanze dei nomadi, una bella auto di grossa cilindrata, che se ricordo bene era un Mercedes. Gli si era "sfasciata la machene" e quindi era da Mario Ronca per farla aggiustare. Probabilmente Mario l'aveva già aggiustata ed aveva detto a Peppine di ridare lui una controllatina alle viti, per vedere se erano serrate bene. Peppine impugnò il giravite ed ad ogni vite che ricontrollava esclamava: "Okkej, okkej, okkey". Mi divertirono molto queste sue affermazioni, anche perchè OK, a quei tempi, era molto raro sentirlo. I sansalvesi avrebbero detto: "Scie'! Scie'! Scie'!".
  • Prima dell'apertura al traffico del  tratto della S.S. 16 che collega San Salvo Marina a Punta Penna,  la via vecchia per la stazione ferroviaria (quella che passa dinanzi alla SIV),  divenne per un periodo strada nazionale provvisoria, raccordandosi, dopo il passaggio a livello, alla nuova litoranea, esattamente dov'è vi è oggi la rotonda al confine tra Abruzzo e Molise.






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