www.sansalvoantica.it


Ogni mondo è paese, ma il mio paese è il mio mondo.
Fernando Sparvieri










Il coro degli angeli ti accolga in Paradiso
Fernando Sparvieri














Ciao Peppino
(In memoria di Giuseppe De Filippis)

di Fernando Sparvieri



Giuseppe De Filippis.


Ciao Peppino, che gran dolore.

Te ne sei andato così, all’improvviso, lasciandoci un gran vuoto al cuore.

Avrei voluto tanto abbracciarti se solo ne avessi avuto sentore. La morte però non sempre avvisa e coglie all'improvviso, che pare sia la vera fortuna nella sfortuna dell'uomo.

Ti conoscevo da sempre caro Peppino. Ti aveva battezzato mio zio Antonino, il fratello maggiore di mio padre. Erano amici inseparabili lui ed il tuo papà Silvio, che i sansalvesi chiamavano zi' Umburtuccie. Lui suonava la chitarra e mio zio il mandolino. Quante volte sono stato a casa tua da bambino: avevi una risatina ed un sorriso contagiosi.

Anche da adulto la tua simpatia era il sorriso. Non c'è bontà d'animo senza un sorriso. Trasmettevi allegria. Era il tuo biglietto da visita.

Avevi un cuore d'oro. Amico di tutti. Tutti ti volevano bene. Aiutavi in silenzio chi soffriva ed aveva bisogno di conforto, della parola di un amico.  

Quante risate quella notte in quella masseria de Sante Lurenze (San Lorenzo). Io ed i miei amici suonatori dovevamo andare a suonare a 'na spose. Nessuno di noi aveva né la macchina, né la patente. Venne a caricare gli strumenti un panettiere di Vasto con un Austin Innocenti familiare rossa. A noi suonatori invece ci doveva portare Marie Mastandonie, con la sua FIAT 500. Il panettiere partì e se ne andò, la 500 di Mario no. Per fortuna che ti incontrammo in piazza. Eravamo disperati. Ci salvasti accompagnandoci con la tua auto. Non conoscevamo né la sposa e né la masseria in cui c'era stato il pranzo nuziale. "Signo'! Sapesse addò sta la spose", chiedesti ad una donna di una masseria che aveva le finestre illuminate. "Chiu' nnaze", ti rispose. Non si arrivava mai. La strada era bianca e polverosa. Arrivammo alle 10 e mezza di notte ed era buio pesto. Per poco non sbucammo alla parte opposta, a Punta Penna. Per fortuna gli sposi  stavano ancora alla porchetta. La mangiammo anche noi, e tutto finì a walzer, tanghi, porchetta, tarallucci e vino.

Bei tempi. Erano i tempi della gioventù che non torna più, diceva il testo della famosa canzone degli anni '30 "Piemontesina bella".

Ora te ne sei andato anche tu caro Peppino, lasciando l'amaro in bocca ai tuoi amici del bar e della schedina.

Fai buon viaggio.

In cielo mancava il tuo sorriso.

Lassù ad attenderti ci sono zi' Umburtuccie e zio Antonino. Hanno preparato per te un concertino speciale, uno di quelli in re maggiore, come ai tempi belli, con chitarra e mandolino.

Ci mancherai, caro Peppino.

Video


16 Settembre 2022.






I racconti di Fernando Sparvieri

Indice

Gente, usi e costumi del mio paese



Un libro sul web

MA CHI SAREBBERO
LI SALVANESE

di Fernando Sparvieri

Indice

I forestieri a San Salvo



I racconti del mare

I pionieri del mare ed altro


di Fernando Sparvieri
Indice

Emilie de Felicìlle
(Emilio Del Villano)















|
Sito culturale paesano storico dialettale
www.sansalvoantica.it