Caro Pasqualino, e te ne sei andato anche tu.
Sprizzavi felicità dagli occhi ogni qualvolta mi
incontravi. Mi aspettavi in piazza e dopo qualche giorno
che non mi vedevi in giro, chiedevi di me e poi,
incontrandomi, mi dicevi: “
Si’ rsciute? Addo’ si state
‘ngale’?" e mi regalavi un sorriso
L’ultima volta è stato tre giorni fa.
Ora, te ne sei andato anche tu, dopo tanti altri amici dei
miei video "DIALOGHI DIALETTALI" , lasciandoci tutti, in
piazza, un po’ più soli.
Spesso abbiamo parlato della morte io e te. Non ne eri
spaventato. Mi dicevi sorridendo che si stava
approssimando il momento
de la préta quádre (della
lapide). Io sdrammatizzavo e ti parlavo del tuo bisnonno
zi'
Ménghe (zio Domenico)
, che dirigeva la
Quadriglia all'età di 97 anni, morto poi a 98.
"
C'è tempe Pasquali' ", ti dicevo ed aggiungevo: "
Tu
ti la suménta bbone", riferendomi alla lunga vita
del tuo bisnonno, e poi concludevo raccontandoti
l'aneddotto di quell'anziano sansalvese che un giorno
disse:"
A ma Créste ne me fréche. Sempre aja camba' féne
a canda m'aja múre'", a significare che sino a
quando c'è la vita non c'è la morte e che non sapendo
quando arriverà, è sempre prematuro pensarci.
E tu riabbozzavi un sorriso.
Ed invece "
Tite zi Me'! E Tite zi' Me'" (Mantieniti
forte zio Domenico), un famoso modo di dire nostrano,
originato proprio dal tuo bisnonno
zi' Ménghe, la
morte, inesorabilmente è arrivata, anche se non parea,
come capita spesso, essere lì, dietro l'angolo.
Ti saluto caro Pasqualino, con tutta la stima e l’affetto
che la morte non cancellerà mai dal mio cuore.
Sei stata persona esemplare, perbene.
La tua grande dote è stata la bontà d'animo, che
traspariva dai tuoi sorrisi.
Fai buon viaggio, caro Pasqualino.
Il Paradiso aspettava il tuo sorriso.
Fernando.
8 Gennaio 2022