La storia di Mariangela,
sposa per un mese
di Dino Cilli
I parenti raccontavano che in quella lontana domenica del 21
febbraio 1915 ci fu una grande festa. Gli sposi Mariangela
Cilli (n. il 13 marzo 1894) e Nicola Molino (n. il 14 luglio
1891) coronavano il loro sogno. Si erano conosciuti alcuni
mesi prima e fu subito amore. Lo sposo era bello ed aveva una
bella voce. Durante il pranzo nuziale cantò per la sua sposa
destando l’ammirazione di parenti e amici. Quando la festa
finì gli amici più cari li accompagnarono fino alla porta di
casa e, dopo una breve sosta, i novelli sposi si trasferirono
in carrozza a Palmoli. La loro vita coniugale però durò poco
più di un mese. Nicola era stato richiamato soldato e
assegnato all’11° reggimento bersaglieri. Un parente ricordava
spesso che il giorno della partenza per il fronte pianse molto
quasi prevedesse il suo triste destino. Infatti dopo alcuni
mesi arrivò la notizia della sua morte avvenuta l’11 settembre
1915 sul monte Ursic nelle Alpi Giulie. La tragedia gettò
nello sconforto parenti ed amici ma soprattutto la povera
Mariangela che non riusciva a capacitarsi di aver perso il suo
sposo e di non poterlo più riabbracciare. Seguirono le
cerimonie religiose per onorare la memoria di Nicola e
ricordarlo a quanti gli vollero bene. Pasquale, fratello di
Mariangela, da Palermo, dove prestava servizio come
finanziere, inviò una grande cornice per mettervi la foto del
cognato defunto. Passarono le settimane e i mesi ma i giorni
di Mariangela, che nel frattempo era tornata a San Salvo,
erano sempre tristi. Il suo dolore era tanto grande da
sembrarle insopportabile.
Anche lei era una bella giovane e dopo qualche tempo,
nonostante il suo stretto lutto che l’accompagnò per tutta la
vita, ricominciò ad essere notata. Ci fu anche un maresciallo
dei carabinieri che avanzò ai genitori la richiesta di
matrimonio che fu subito negata. Il maresciallo si ripropose
ancora successivamente ma la risposta fu sempre no. Mariangela
non riusciva ad immaginare di dover condividere la sua vita
con uno che non fosse il suo caro Nicola. Dopo qualche anno si
sposarono anche i fratelli e incominciarono ad arrivare i
primi nipoti. Fu una svolta per la povera Mariangela che
riuscì a riversare su di loro tutto il suo amore quasi fossero
suoi figli. Era dotata di una bontà infinita.
Aveva mantenuto buoni rapporti con i familiari del defunto
marito. Il cognato Filippo, la moglie Michelina e i loro figli
mostravano un grande affetto verso di lei anche per la sua
determinazione a non aver mai voluto tradire il ricordo del
loro caro congiunto. Quasi ogni anno la invitavano a Palmoli
per trascorrervi qualche settimana insieme.
Passarono gli anni e con la seconda guerra mondiale Mariangela
vide morire il padre colpito da un tedesco sul davanzale della
finestra che era stata aperta per salutare l’arrivo di alcuni
militari scambiati per soldati delle forze alleate. Il suo
cuore indurito dal dolore resistette anche a questa tragedia.
Trascorse molti anni con nipoti e pronipoti ai quali non ha
mai fatto mancare il suo affetto , sempre ricambiato.
Nonostante la solitudine nella quale era caduta per la
mancanza del suo sposo seppe donare amore e gioia a quanti le
vollero bene. Nell’agosto del 1973 fu ricoverata all’ospedale
di Vasto perché la sua ipertensione arteriosa risultava
elevata. A causa dell’emergenza colera, che si abbatté
specialmente nel centro sud, l’ospedale adottò severe
restrizioni sulle visite. Si spense il giorno 8 del successivo
mese di settembre. Il fato volle che proprio il giorno del suo
funerale si trovasse a San Salvo Vitale De Nicolis (n. il 6
novembre 1889 e m. il 5 aprile 1975). Era stato un commilitone
del marito che dopo la prima guerra mondiale era emigrato a
New York. In ricordo del compagno d’armi volle rendere omaggio
alla defunta. Ci parlò delle tristi giornate trascorse in
trincea e delle brutte ferite riportate dal povero Nicola. Il
racconto commosse tutti ma per Mariangela fu un bene non
averlo potuto ascoltare. Fino alla morte aveva potuto
conservare la memoria del volto sorridente di Nicola che con
la sua bella voce le dedicava canzoni appassionate.
Dino Cilli
In ricordo di una zia indimenticabile.